Lavoro

"C'è un imprenditore pronto a rilevare la Tmm"

A rivelarlo è il segretario generale Fiom per la Toscana, Massimo Braccini, che parla di "fase delicata" e invita la proprietà a decidersi a vendere

La cautela è d'obbligo, ma se la Fiom parla di una fase "che potrebbe segnare un punto di svolta" vuol dire che finalmente qualcosa si è mosso, per quegli ottantacinque lavoratori che da un giorno all'altro si sono visti chiudere la fabbrica, la Tmm di viale Africa.

Mentre loro presidiano i cancelli ininterrottamente da fine luglio, le sorti dell'azienda sono nelle mani del curatore nominato dalla proprietà, ovvero il commercialista pisano Massimo Dell'Omodarme per la Csl di Torino. Sullo sfondo Piaggio, che delle marmitte prodotte in Tmm resta il principale committente.

Ebbene, dopo vari annunci e smentite, oggi sembra che un imprenditore interessato a rilevare la Tmm ci sia davvero.

"I lavoratori Tmm - ha scritto Braccini della Fiom Toscana - hanno continuato a lottare con Onore nonostante siano stati licenziati e da oltre 4 mesi presidiano l’azienda giorno e notte senza soluzione di continuità.

Seguiamo attentamente passo dopo passo gli sviluppi della vertenza, ben sapendo che siamo di fronte ad una fase molto delicata e che potrebbe segnare un punto di svolta.

Vi é un interesse di un imprenditore pronto ad investire, ma sappiamo bene che la situazione resta complessa. Crediamo però che l’azienda Csl abbia il dovere di favorire la riapertura dell’azienda.

Non spetta a noi entrare nel merito di eventuali trattative tra imprese, ma crediamo che dopo una chiusura di un’azienda con determinate modalità vi debba essere anche il dovere sociale, nonché morale, di provare a ridare un impronta che agevoli e faccia riprendere la produzione.

Lo si deve a questi lavoratori in primo luogo che in questi lunghi mesi di presidio ci hanno fatto capire più che mai quanto una fabbrica sia storia collettiva e storie individuali, un luogo di elaborazione culturale, e lo si deve alla civiltà del lavoro e delle sue prerogative su cui si deve fondare un paese democratico.

Oggi siamo di nuovo ad un passo dal poter far riprendere quel cammino e fare in maniera che questa storia non finisca. Ognuno per le sue responsabilità ha il dovere di far si che la Tmm riprenda a produrre.

Noi continueremo a batterci al fianco dei lavoratori Tmm fino in fondo per costruire insieme una nuova condizione lavorativa e di tutela dell’importante patrimonio professionale dei lavoratori, in un’ottica di prospettiva dove bisogna anche ragionare sulla tenuta complessiva dell’indotto che ruota attorno alle due ruote ed alla sua innovazione".