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Mazzinghi, il ricordo di Mouhamed Ali Ndiaye

Il pugile italo senegalese, già campione italiano, ricorda la figura di Sandro Mazzinghi. "Presenziò a inaugurazione palestra, un onore"

Fra i tanti ricordi di queste ore su Sandro Mazzinghi, il grande campione pontederese scomparso ieri, è significativo quello di Mouhamed Ali Ndiaye, il pugile italo senegalese che proprio a Pontedera ha trovato la base della sua formazione che l'ha portato a diventare campione italiano. E questo, proprio grazie alla grande tradizione della boxe cittadina

“Quando sono arrivato a Pontedera, nel lontano 2000, subito ho cercato una palestra di boxe, dove potermi allenare per continuare a coltivare una passione innata per il nome che porto e cresciuta in seguito agli insegnamenti di mio padre Moussa, campione di pugilato nel Senegal", ricorda Ndiaye.

"Per fortuna la città aveva avuto in passato un grandissimo campione del mondo, Alessandro Mazzinghi, ma la boxe era stata abbandonata, la palestra chiusa per mancanza di pugili e allenatori. Quando sono entrato c’erano polvere e ragnatele e la palestra era senza luce, ma ero felice dentro, mi pareva di aver trovato l’oro senza scavare.

Èd è lì che è cominciata la mia storia pugilistica in Italia, proprio a Pontedera, città di Sandro. Per me è stato un onore aver trovato già un fondamento a cui mi sono permesso di aggiungere un piccolissimo mattone, riportando la boxe nella città della Vespa, dopo 40 anni circa di assenza, sul tetto dell'Italia. E facendo sì che, grazie al compianto presidente della pugilistica, Fabiano Angiolini e a valenti allenatori, fosse riaperta una nuova palestra ad opera del Comune di Pontedera, a nome di Sandro Mazzinghi, che presenziò all’inaugurazione". 

Grazie Campione Sandro, riposa in pace, condoglianze alla famiglia e a tutta la città di Pontedera."