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Rincari, la Toscana rischia di buttare la frutta

Nel "frutteto” della Toscana preoccupazione alle stelle per i rincari che costringeranno a ridurre le celle frigorifere mettendo a rischio i raccolti

La Valdichiana è in agitazione, il frutteto della Toscana ha lanciato l'allarme sulla conservazione dei raccolti che dovranno fare a meno delle celle frigorifere a causa dei rincari energetici. I consumatori saranno costretti a modificare i loro gusti e a dire addio ai frutti fuori stagione.

"Tenere accese le celle è troppo caro" per le centinaia di frutticoltori della Valdichiana riuniti nella Cia e impegnati in questi giorni nella raccolta delle mele. I costi della corrente quadruplicati e gli elevati consumi per il funzionamento degli impianti energivori obbligano allo spegnimento dei frigoriferi, dove i frutti dolci e croccanti vengono conservati per essere progressivamente immessi nel mercato.

Giordano Pascucci, direttore di Cia Agricoltori Toscana, in visita ad alcune aziende della vallata, insieme alla Presidente di Cia Arezzo, Serena Stefani, e al direttore Massimiliano Dindalini ha spiegato “Vendere mele alle aziende di trasformazione per la produzione di succhi di frutta, marmellate e confetture potrebbe essere un’utile alternativa, ma poco remunerativa. L’industria è disposta a ritirare i frutti ma offre prezzi “stracciati”: 4 centesimi al chilo, contro l’1,30-1,90 euro al chilo della vendita al dettaglio. Stiamo lavorando per trovare partnership interessate alla valorizzazione del “made in”. Purtroppo è impossibile trovare grossisti capaci di ritirare tutto il prodotto per poi rivenderlo”, commenta la presidente Stefani. “Se i frutticoltori vogliono salvare il raccolto, sono costretti ad accendere le celle e a sostenere costi folli per la loro alimentazione”.