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Primo sbarco dopo i tamponi sulla Costa Diadema

Pronti 720 kit per eseguire i test partendo dai tredici membri dell'equipaggio con sintomi sospetti. Una persona già trasferita in un ospedale Covid

Procede l’operazione Costa Diadema. I medici dell’Ufficio sanità marittima sono saliti a bordo della nave da crociera attraccata al porto di Piombino per verificare lo stato di salute dei membri dell’equipaggio. 

Sono cinque i soggetti che presentano sintomi, mentre altri tredici restano sospetti con sintomi lievi. Il caso più grave è già stato fatto sbarcare e condotto in un ospedale Covid, nelle prossime ore anche gli altri quattro pazienti saranno accompagnati in strutture sanitarie dedicate. 

I medici dell’Usmaf provvederanno a eseguire i tamponi su tutti i membri dell’equipaggio. Sono già arrivati a Piombino 720 kit e da domani i medici cominceranno a eseguire i test partendo dai tredici passeggeri sospetti e continuando poi con il resto dell’equipaggio, con priorità per gli stranieri che potranno tornare, nel caso risulteranno negativi, nel loro paese di origine. 

Il Ministero degli Esteri, intanto, ha già predisposto alcuni voli charter per rimpatriare i membri dell’equipaggio che risulteranno negativi al tampone: già domani partirà un volo diretto verso l’Europa dell’est. 

Complessivamente, tutti i membri dell’equipaggio, fatta eccezione per circa 170 che dovranno rimanere a bordo per garantire la sicurezza e l’operatività della nave, lasceranno Piombino con degli autobus dedicati seguendo un rigido protocollo di sicurezza.

"Piombino ha dimostrato di essere all’altezza della situazione e di questo sono profondamente orgoglioso. - ha commentato il sindaco Francesco Ferrari - Sono felice che queste persone possano tornare in poco tempo a casa dalle loro famiglie: oggi ho ricevuto decine di messaggi da parte dei familiari e dagli stessi membri dello staff della Costa Diadema che mi ringraziavano per la decisione presa. A tutti loro voglio dire che non serve gratitudine, ho fatto quello che ogni italiano responsabile avrebbe fatto. In coscienza, non potevo permettere che più di mille persone rimanessero in mare aperto, soprattutto nelle precarie condizioni che il nostro paese e tutto il mondo stanno attraversando”.