Ablaye Ndoye, nel febbraio dello scorso anno, era già stato condannato in primo grado all'ergastolo con rito abbreviato per omicidio volontario, violenza sessuale, occultamento di cadavere e spaccio plurimo di sostanze stupefacenti.
Secondo l'accusa, dopo l'aggressione avvenuta all'interno di un oliveto il primo maggio del 2013, il senegalese pensò che Ilaria fosse morta e nascose il corpo sotto alcune frasche. La ragazza morì invece poco dopo, soffocata dal suo stesso sangue.
Oggi in Corte d'appello a Firenze erano presenti l'imputato e il padre di Ilaria.