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Viti, il mostro della porta accanto

Polizia e Carabinieri si erano presentati a casa di Riccardo Viti solo per prelevare il suo dna ma, appena li ha visti, l'uomo ha confessato

Nella conferenza stampa in Questura in cui sono stati illustrati i dettagli dell'operazione, il pm Paolo Canessa, che ha coordinato le indagini, ha ricostruito tutte le fasi dell'inchiesta, durata complessivamente 91 ore.
L'assassino, esperto di arti marziali, ha ammesso di essere 'andato oltre' con la giovane romena che ha ucciso, Andrea Cristina Zamfir, e comunque di aver attuato in passato il suo gioco erotico preferito (penetrare una donna con un bastone) solo dopo aver avuto il consenso delle prostitute con cui concordava la prestazione.
''Quando le donne strillavano per il dolore - ha raccontato l'idraulico - io scappavo e le lasciavo lì perchè avevo paura di essere visto da qualcuno''.
A chi ha chiesto a Canessa se il maniaco non poteva essere individuato prima visto che sono state ritrovate almeno sei denunce presentate in passato da prostitute che avevano subito aggressioni simili, il pm ha dichiarato che ''negli anni scorsi non era emersa la serialità perchè i casi erano divisi territorialmente per competenza fra due procure diverse'', quelle di Firenze e di Prato. ''Certo - ha aggiunto senza concludere la frase - se i casi fossero stati messi insieme prima...''. Alcuni accertamenti erano comunque stati avviati dai Carabinieri.

Guarda il video con le dichiarazioni del pm Paolo Canessa durante la conferenza stampa