Per 14 anni Luigia Cheli aveva lavorato nelle centrali Enel di Serrazzano e Larderello, con mansioni che l'avevano esposta all'amianto. Poi il mesotelioma pleurico epiteliomorfo che l'aveva uccisa.
Ora su quella vicenda si è espresso il tribunale di Roma, che ha condannato Enel a risarcire la figlia della signora con 130.642 euro di indennizzo.
A farlo sapere è l'Osservatorio Nazionale Amianto, il cui presidente avvocato Ezio Bonanni ha assistito la figlia della lavoratrice. L'Ona spiega nella sua nota che "il nesso tra esposizione ripetuta nel tempo al patogeno e l’insorgenza del mesotelioma" è stato confermato "anche la perizia del C.T.U".