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"Il futuro della Smith siamo noi"

I bambini delle scuole di Saline cantano mentre sfila il corteo della manifestazione: tutto il territorio è con i 193 lavoratori dello stabilimento

Ci sono i sindaci di tutta la Val di Cecina, gli esponenti dei partiti, i sindacati, i lavoratori degli stabilimenti vicini, gli studenti, le associazioni, i cittadini, ma soprattutto i 193 operai della Smith che commossi guardano quei bambini.
Un fiume di gente quello che stamattina si è riversato a Saline di Volterra per partecipare alla manifestazione contro la chiusura dello stabilimento della Smith. All'inizio si pensava un migliaio di persone, poi la gente ha continuato ad arrivare e la manifestazione ha raggiunto quota 2mila partecipanti. Sicuramente la manifestazione più grande che si sia svolta in Val di Cecina negli ultimi anni.
Eppure l'immagine che è rimasta impressa nella mente e nel cuore di tutti, e che ha fatto riempire gli occhi di lacrime ai babbi operai e ai sindaci, è quella dei piccoli della scuola del paese che sventolando dei fazzoletti bianchi cantano "il futuro della Smith siamo noi". Sì perchè insieme al Vescovo, ai consiglieri comunali, a tutti i candidati alle regionali dei vari partiti, ai pensionati, agli operai delle altre aziende, ci sono anche loro fuori dalla scuola a manifestare contro questa chiusura.
Un territorio intero si è mobilitato per salvare i 193 posti di lavoro che la Val di Cecina non può permettersi di perdere. Non ci sono le bandiere dei partiti, ma solo quelle dei sindacati e gli striscioni colorati dei lavoratori e degli studenti che sono arrivati con gli autobus del Ctt. Il traffico bloccato, ma per le emergenze le macchine si fanno passare. Il corteo ha sfilato composto dallo stabilimento fino al paese, con le saracinesche dei negozi abbassate. A Saline, ma anche a Pomarance e a Volterra, un gesto di solidarietà da parte di chi ha non ha potuto esserci fisicamente, ma che dimostra come la perdita di questi posti di lavoro avrebbe ricadute enormi sul tessuto sociale ed economico di tutta la zona.
Poi, davanti all'ex dopolavoro ferroviario il comizio con i sindacati, le Rsu, i sindaci ed il Vescovo, mentre la coda del corteo è ancora all'inizio del paese.
Il territorio è compatto: l'azienda non può chiudere i battenti dopo 60 anni. Ma la sensazione è che la battaglia sarà lunga e questo è solo l'inizio di una mobilitazione destinata a protrarsi nei prossimi giorni.