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Attualità mercoledì 13 marzo 2019 ore 12:00

La Regione mette al bando le parole sessiste

Un manuale con le linee guida per sensibilizzare il personale della Regione Toscana sull'uso del linguaggio amministrativo non sessista



FIRENZE — La Regione Toscana ha messo al bando le parole sessiste. E lo fa attraverso un manuale per informare e sensibilizzare il personale regionale sull'uso di un linguaggio amministrativo non sessista nella redazione di atti e documenti. Servono a questo le "Linee guida" operative approvate dalla giunta regionale su proposta della vice presidente e assessora alla cultura università e ricerca Monica Barni e dell'assessore alla presidenza Vittorio Bugli.

Un documento di una decina di pagine dov si suggerisce l'uso di espressioni e termini compatibili con il corretto uso della lingua italiana, per evitare riferimenti sessisti e dare visibilità concreta al genere femminile.

In concreto, si cerca di dare avvio ad un percorso che conduca da un lato all'utilizzo, laddove possibile, di espressioni non discriminatorie tra i sessi; dall'altro, all'indicazione di strategie redazionali volte alla declinazione al femminile di alcuni termini riferiti a professioni e ruoli fino ad oggi riservati al genere maschile. Di qui, anche l'invito all'uso di "termini collettivi", tipo "la cittadinanza" al posto de "i cittadini&qu ot;, "l'utenza" al posto de "gli utenti", il "corpo insegnante" al posto de "gli insegnanti".

Neutralizzare il genere può voler dire anche "fare uso della forma passiva che permette di non esplicitare chi compie l'azione". Da usare il più possibile, poi, anche la forma impersonale, che "può servire ad aggirare l'uso del maschile generico". Un'altra tecnica raccomdandata, l'uso di sostantivi promiscui, quelli che hanno un'unica forma sia al maschile che al femminile, accompagnati dall'articolo determinativo nel caso sia nota l'identità del soggetto. Esempio: il responsabile, la responsabile, il manager, la manager ecc.


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