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Politica lunedì 05 marzo 2018 ore 18:15

Matteo Renzi si dimette da segretario del Pd

Matteo Renzi

L'annuncio alla luce della sconfitta elettorale. Congresso Pd convocato dopo l'insediamento di governo e Parlamento e nuovo segretario con le primarie



FIRENZE — L'ex premier Matteo Renzi alle 18 ha annunciato le sue dimissioni dal segretario nazionale del Pd nel corso di una conferenza stampa affollata di telecamere e giornalisti.

Fatale per il proseguimento del suo mandato la pesante sconfitta subìta a queste elezioni politiche 2018, dove il Pd è riuscito a conquistare appena il 19 per cento dei voti, scendendo per la prima volta sotto la soglia fatidica del 20 per cento (vedi in home page e qui sotto gli articoli collegati).

"Dobbiamo aprire una pagina nuova, la sconfitta è chiara e evidente - ha detto Renzi appena arrivato - Oggi chi ha vinto politicamente le elezioni non ha i numeri per governare. Il problema nasce dalla vicenda referendaria e da chi ha detto no alla semplificazione. In questa campagna elettorale segnata dalle bugie quella più grande di tutti è "Non faremo mai accordi" e noi siamo stati troppo tecnici, senza valorizzare quello che avevamo fatto e soprattutto quello che volevamo fare. Se a questo si somma l'evidenza di un vento estremista che nel 2014 siamo riusciti a fermare e che questa volta non siamo riusciti a bloccare, comprendiamo come il risultato sia stato deludente".

A questo punto è arrivato l'annuncio delle dimissioni.

"E' ovvio che io lasci la guida del Partito democratico e ho chiesto al presidente Orfini di aprire, come da statuto, la fase congressuale - ha detto Renzi - ma questo avverrà al termine della fase di insediamento del nuovo Parlamento e del nuovo governo". Quindi sarà comunque Renzi a guidare la delegazione del Pd che si recherà dal presidente della Repubblica Mattarella durante le consultazioni per formare il nuovo governo. Così come sarà Renzi ad avere voce in capitolo sull'elezione dei presidenti di Camera e Senato.

Riguardo al nuovo segretario del partito, Renzi ha voluto dettare le condizioni:  "Non sarà un reggente scelto da un 'caminetto' ma un segretario scelto dalle primarie" ha garantito Renzi, lanciando una sfida ai colleghi di partito intenzionato a scegliere il nuovo segretario con metodi diversi e senza passare dalla consultazione popolare.

Infine il ruolo del Pd in Parlamento. "Mi sento garante di un impegno morale, politico e culturale - ha dichiarato Renzi - Abbiamo detto in campagna elettorale "No a un governo con gli estremisti e con i populisti" e quindi il nostro posto in questa legislatura sarà all'opposizione. Lì ci hanno chiesto di stare i cittadini italiani e lì staremo. Non saremo la stampella di un governo delle forze antisistema. Saremo responsabili all'opposizione".

Renzi ha indirettamente sferrato un attacco anche al presidente Mattarella per non aver voluto andare ad elezioni nel 2017, in contemporanea con la Francia di Macron.

"Cosa farò io? Io farò il senatore semplice del collegio di Firenze, Lastra a Signa, Scandicci e Impruneta - ha aggiunto Renzi - Nel 2018 mi sono ripresentato ai cittadini di Firenze dopo 14 anni dalla prima elezione e trovo impressionante che continuino a votarmi, esprimendo un affetto commovente. Si riparte dal basso, facendo quello che deve fare tutto il Pd: politica sul territorio per recuperare il rapporto con le periferie".

Renzi era diventato segretario del Pd per la prima volta l'8 dicembre 2013, vincendo le primarie del partito con il 67,55 per cento dei voti. 

Dopo le dimissioni rassegnate a seguito dell'altra bruciante sconfitta riportata al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, il 6 marzo 2017 Renzi è stato eletto nuovamente segretario del Pd attraverso le primarie, con il 67 per cento delle preferenze. L'ex premier aveva partecipato anche alle primarie del Pd del 2012, uscendone sconfitto da Pieluigi Bersani.


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