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Attualità giovedì 01 aprile 2021 ore 11:45

"Ospedali fiorentini allo stremo, pazienti sulle barelle"

L'allarme lanciato da Fp Cgil Usl Toscana Centro. "Non ci sono posti letto né personale, occorrono misure straordinarie"



FIRENZE — Sugli ospedali fiorentini si sta abbattendo la terza ondata di coronavirus, con un elevato numero di persone ricoverate anche di età sotto i 30 anni. L'abbassamento notevole dell'età dei contagiati comporta un drastico aumento dei tempi medi delle degenze, con gravi ripercussioni sui servizi di degenza ordinaria. Ieri nella provincia di Firenze ad essere risultati positivi al Covid sono state 459 persone.

 I presidi ospedalieri di Ponte a Niccheri, Torregalli, Santa Maria nuova sono allo stremo. A lanciare l'allarme è Fp Cgil Usl Toscana Centro.

Secondo quanto spiegato dal sindaco, all’ospedale di Ponte a Niccheri, i circa 80 posti letto Covid sono pieni, nei prossimi giorni se ne aggiungeranno 15. Stanotte c’erano "15 pazienti in barella che aspettavano un posto letto".

All’ospedale di Torregalli, che nei piani iniziali doveva essere free Covid, si sono dovuti trovare 15 posti letto Covid in Medicina 1, e 35 posti letto di chirurgia sono stati trasformati in posti letto Covid mentre i pazienti in barella possono attendere fino "a 24/48 ore per entrare in reparto". 

Nell’ospedale di Santa Maria Nuova (26 posti letto Covid più sei di rianimazione),"le attese in barella sono di 24 ore nel reparto osservazione Covid, di 24/48 ore per il ricovero di pazienti no Covid".

"Mentre fino ad oggi - spiega il sindacato - abbiamo rivolto principalmente la nostra attenzione all’occupazione dei posti letto di terapia intensiva, nessuno si è accorto che i reparti di medicina si sono trasformati in veri e propri reparti di sub-intensiva, dove vengono trattati pazienti critici che necessitano di un’intensità di cure molto elevata, senza che ci sia stato il necessario adeguamento degli organici".

Le gravi carenze di personale infermieristico e Oss "ci stanno mettendo nuovamente di fronte alle scene già viste nel corso della prima ondata, quando il personale era costretto a indossare le tute anti-contaminazione per interi turni di lavoro senza alcuna possibilità di ristoro e di interruzione per poter espletare i propri bisogni fisiologici", continua Fp Cgil.

La Fp Cgil chiede alla Direzione aziendale "di attivare tutte le misure organizzative che permettano di recuperare il personale impiegato in attività sanitarie non direttamente collegate con l’emergenza sanitaria, oltre che di continuare ad attingere dalla graduatoria ESTAR per Oss ancora attiva".


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