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Arte giovedì 17 gennaio 2019 ore 12:24

I segreti svelati del Paesaggio di Leonardo

Le indagini sul disegno di Leonardo da Vinci avrebbero svelato due differenti stesure, con alcuni dettagli aggiunti in un secondo tempo



FIRENZE — Per la prima volta sono state eseguite delle analisi scientifiche su Il Paesaggio di Leonardo da Vinci, facendo emergere grandi novità.

Il celebre disegno, datato 5 agosto 1473, è stato portato dagli Uffizi all’Opificio delle Pietre Dure per essere esaminato scientificamente con le metodologie più avanzate, per comprendere la genesi e la natura di questa immagine.

La prima battuta di indagini, fanno sapere dall'Opificio delle Pietre Dure, ha messo in luce due differenti stesure evidenziando un’area e alcuni dettagli che sono stati aggiunti in un secondo tempo alla prima versione dell’opera. 

Al momento è stato evidenziato l’utilizzo di due materiali diversi nei tratti del disegno. Un inchiostro ferrogallico nero e un materiale carbonioso liquido, per costruire la formazione rocciosa centrale. 

"Siamo riusciti ad evidenziare - precisa Cecilia Frosinini - alcuni particolari e leggerli attraverso immagini ad altissima risoluzione, in luce diffusa e in infrarosso, individuando le due diverse fasi. È probabile che Leonardo sia ritornato sul disegno in un secondo momento, magari proprio dopo i suoi studi sulla geologia e sulle rocce.

A seguire le osservazioni al microscopio ci saranno gli esami con la tecnica della fluorescenza dei raggi X (Xrf), una tecnica spettroscopica che permetterà l’analisi delle componenti chimiche dei materiali utilizzati. 

Agli esami di tipo conoscitivo, che proseguiranno nei prossimi giorni, anche sul retro del disegno, seguiranno delle valutazioni di tipo conservativo. 

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, commenta i primi risultati, notando che “Molto spesso il paesaggio viene interpretato come un’immagine geografica precisa, quasi che esso sia una specie di ‘fotografia’ di questa o di quella valle, di queste o di quelle montagne. Oggi si è invece scoperto un processo di realizzazione del disegno in due momenti successivi: questo sposta la bilancia verso le interpretazioni che ne sottolineano l’aspetto immaginativo e il carattere di speculazione intellettuale da parte dell’artista”.

La consegna dell’8P (così il foglio è conosciuto in ambito scientifico) è avvenuta sotto lo sguardo dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale. Maurizio Michelozzi, restauratore e funzionario degli Uffizi, ha accompagnato l’opera presso i laboratori alla Fortezza da Basso e seguirà le ricerche scientifiche in collaborazione con il team dell’Opificio delle Pietre Dure: Letizia MontalbanoRoberto Bellucci, sotto la supervisione di Cecilia Frosinini e del soprintendente Marco Ciatti.


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