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Lavoro mercoledì 26 novembre 2014 ore 13:46

Lucchini, prima colata d'acciaio tra due anni?

Il giorno dopo la cessione a Cevital si fanno le prime stime sulla ripresa dell'attività. Danti (Pd): "Decisiva opera congiunta governo-regione"



PIOMBINO — Un punto importante è stato segnato. Ma dopo l'ufficializzazione della cessione della storica acciaieria a Cevital, i 3700 lavoratori (compreso l'indotto) impiegati dall'impianto siderurgico di Piombino cominciano a pensare al momento in cui potranno effettivamente vedere la loro fabbrica ricominciare a produrre.

Se infatti ad oggi gli operai beneficiano di ammortizzatori sociali (soprattutto contratti di solidarietà al 60%), Mirko Lami, dipendente delle acciaierie e sindacalista Fiom, prova a fissare una data sul calendario: "Spero che la prima colata di acciaio arrivi nel giro di due anni" dice. E nell'arco dei prossimi mesi una parte almeno degli operai potrebbe iniziare i corsi relativi al funzionamento dei nuovi forni elettrici che dovrebbero essere installati.

Intanto, però, i lavoratori attendono chiarimenti dal ministero dello Sviluppo economico e dalla stessa azienda algerina e per questo hanno già chiesto due incontri che potrebbero essere fissati solo dopo la firma del preliminare di cessione. "Cevital - spiega Lami - si è impegnata per continuare la laminazione, ma attualmente abbiamo materiale fino a metà dicembre e così ci dovremo fermare con la produzione a inizio gennaio. Poi si tratterà di vedere quali sono i tempi per la realizzazione del primo forno elettrico. Ci aspettiamo di sapere quali sono le priorità dell'azienda algerina, anche se siamo consapevoli dei problemi burocratici esistenti in Italia". 

L'intenzione di Cevital sarebbe quella di costruire nuovi impianti dove produrre acciaio in linea con forni elettrici, colata continua e piano di laminazione nell'area di Ischia di Crociano a circa 7 chilometri da Piombino, mentre il vecchio impianto più vicino alla città, dopo relativa bonifica, dovrebbe ospitare una piattaforma agro-industriale per la trasformazione del prodotto. Il tutto riassorbendo in due anni tutti i dipendenti.

Sulla vicenda, intanto, è intervenuto oggi anche l'europarlamentare toscano del Pd Nicola Danti. Ricordando che "le cifre parlano di 400 milioni e fanno ben sperare in un nuovo futuro produttivo per lo stabilimento siderurgico di Piombino che porterà nuovi posti di lavoro", ha voluto sottolineare con forza come questo risultato sia stato possibile "grazie all'impegno congiunto di governo e Regione che è stato decisivo per offrire prospettive positive ad una vicenda che ha portato anni di incertezze".


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