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Politica giovedì 04 febbraio 2021 ore 19:00

Conte: "Io ci sono e ci sarò, non sarò un ostacolo per Draghi"

Giuaseppe Conte
Giuseppe Conte

Il premier dimissionario ha preso posizione a favore del nuovo esecutivo, auspicando un governo politico e rilanciando l'alleanza M5s, Pd e Leu



ROMA — Il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi inizierà nel pomeriggio le consultazioni con i partiti per trovare una maggioranza stabile per il suo primo governo ma, poco prima delle 14, è già avvenuto un fatto sostanziale: il premier dimissionario Giuseppe Conte, in un incontro con la stampa organizzato davanti a Palazzo Chigi, ha prima ringraziato il presidente della Repubblica Mattarella definendolo un "interlocutore prezioso" e poi ha dichiarato apertamente il suo sostegno al nuovo esecutivo.

"Agli amici del Movimento 5 Stelle dico che io ci sono e ci sarò - ha detto Conte - e chi mi descrive come un ostacolo al nuovo governo non mi conosce: io non sono un sabotatore, i sabotatori sono altrove. Ieri ho avuto un lungo incontro con Draghi, un colloquio aperto, gli ho fatto gli auguri di buon lavoro".

Conte ha quindi auspicato che il nuovo governo non sia tecnico ma politico e che persegua gli obiettivi dell'alleanza che ha unito Pd, Movimento 5 Stelle e Leu nel governo giallorosso. Un patto per lo "sviluppo sostenibile dell'Italia" che, a suo avviso, deve essere portato avanti con coraggio. E Conte è pronto a dare il suo contributo. Così come ha fatto capire di essere pronto a contribuire anche al governo Draghi, se necessario.

La presa di posizione di Conte apre nuovi scenari soprattutto per gli esponenti dei 5Stelle, divisi fra il sostegno 'responsabile' a Draghi e l'aperta opposizione a un nuovo esecutivo affidato da Mattarella all'ex presidente della Banca Centrale Europea, il più illustre esponente di quel mondo finanziario considerato il 'male assoluto' da molti pentastellati. E il ruolo del movimento di Grillo è determinante: se si mette all'opposizione, i parlamentari di Pd, Leu e Italia Viva con l'aggiunta di quelli di Forza Italia (Berlusconi ha già detto sì) non basterebbero per far nascere il governo Draghi e diventerebbe cruciale il ruolo della Lega di Matteo Salvini, incompatibile però con Leu e probabilmente buona parte del Pd. Le elezioni anticipate diventerebbero l'unica strada percorribile, con buona pace dell'emergenza sanitaria, del recovery fund e del rilancio economico di un Paese in ginocchio a causa della pandemia.

La situazione è quindi ancora ad alto rischio e in piena evoluzione ma Conte non esce di scena: voci ufficiose parlano di un suo ruolo all'interno del governo Draghi, un ministero o addittura un incarico da vicepremier, oppure un posto da commissario europeo al posto di Paolo Gentiloni, richiamato in Italia proprio per entrare nella squadra di Draghi. Quel che è certo è che Conte "c'è e ci sarà" come lui stesso ha detto, e non si arroccherà nè a fare il leader di un M5S sui banchi della minoranza nè di un ipotetico partito personale a cui alcuni sondaggi hanno già attribuito il 10% dei consensi. 

Se, insieme al sostegno di Conte, arriverà a Draghi anche quello di almeno una parte del M5s, diventerebbe possibile la replica in Italia della cosiddetta maggioranza "Ursula" schierata in Europa, formata da Pd, M5S, Leu, Forza Italia, altri gruppi minori e Italia Viva. Ma con un ruolo molto meno determinante per Matteo Renzi e i suoi.


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