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Attualità giovedì 03 aprile 2014 ore 13:53

Cinque arresti per contrabbando di tessuti tra la Cina e Prato

Le fiamme gialle hanno portato a termine un'operazione durata 2 anni tra Prato, Genova e la Cina. Sequestrate 13 società e beni per 20 milioni di euro



PRATO — Associazione per delinquere finalizzata al contrabbando aggravato di 380 mila rotoli di tessuto importati illecitamente dalla Cina a Prato, passando per il porto di Genova, intestazione fittizia di 13 società a prestanomi, 177 false bollette doganali, evasioni fraudolente per omesse o infedeli dichiarazione dei redditi ed IVA: questi sono i capi di imputazione a carico di 31 cittadini cinesi ed un italiano, nei cui confronti il GIP del Tribunale di Prato ha emanato un’ordinanza di misure cautelari eseguita dalla Guardia di Finanza di Prato. Cinque persone sono finite agli arresti domiciliari, 11 hanno ricevuto obblighi di dimora e sono stati notificati altri 16 divieti di espatrio nei confronti di altrettanti cittadini cinesi residenti a Prato, Genova, Mantova, Napoli, Reggio Emilia e Milano.

Effettuato il sequestro preventivo di 13 società, 24 conti bancari, 19 automezzi e beni aziendali, che si vanno a sommare ai 255 mila rotoli di tessuti già intercettati, per un valore complessivo di oltre 20 milioni di euro.

Il modus operandi era complesso: i container carichi di merce arrivavano nel porto di Genova e lì venivano sdoganati in sospensione dell’applicazione dell’IVA, in quanto ufficialmente destinati ad un deposito fiscale. Poi, attraverso società dette "missing trader" intestate a prestanome, la merce veniva trasferita a prato, accompagnata da regolare autofattura. Fatture che venivano poi però distrutte prima del versamento delle imposte e le società di comodo venivano smantellate senza lasciare traccia. 
Risultato: 20 milioni di redditi evasi e 8,3 di IVA non versata.


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Servizio di Tommaso Tafi
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