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Attualità lunedì 03 aprile 2017 ore 18:09

Banche, cercasi Europa disperatamente

La Fisac Cgil ha proposto di organizzare una manifestazione unitaria dei sindacati a Bruxelles per sbloccare tempi e incertezze degli europarlamentari



FIRENZE — La crisi bancaria e finanziaria, le differenti misure intraprese nei diversi paesi, le connessioni con la crisi produttiva in Italia e in Europa, i rinascenti nazionalismi, sono stati al centro di una giornata di discussione organizzata da Fisac e Cgil Toscana.

Sindacalisti, economisti, parlamentari, rappresentanti delle istituzioni ed esperti si sono confrontati sulla crisi bancaria e finanziaria, sulle differenti misure intraprese nei diversi paesi, le connessioni con la crisi produttiva in Italia e in Europa, i rinascenti nazionalismi.

Obiettivi dell'incontro far emergere il ritardo con il quale le autorità di vigilanza e controllo e politiche si sono accorte della situazione delle banche fra crediti inesigibili, derivati e bilanci truccati; mettere in evidenza la portata degli interventi pubblici a livello planetario per il salvataggio delle banche (800 miliardi di euro secondo Bce solo dal 2008 al 2014, "un dato che fa apparire risibile - commenta la Fisac - la rigidità degli ortodossi di Bruxelles e del nord Europa sull'aiuto italiano dei 20 miliardi previsto dal decreto del 23 dicembre scorso; proporre un salto di qualità dell'Europa, passando da un unico ministro delle finanze ad un bilancio comune, attuando una politica di riduzione delle diseguaglianze senza il quale i nazionalismi reazionari non potranno essere battuti.

"Per sbloccare tempi, incertezze e attese dei parlamentari delle commissioni europee - ha dichiarato il segretario generale della Fisc Cgil Agostino Negale - sarà necessario promuovere una manifestazione e un presisio a Bruxelles in cui chiediamo conto al Parlamento e alla Commissione Ue. Le banche oggi non sono più tutte uguali, non c'è più solo un sistema ma il concetto di fondo è che devono essere al servizio dei cittadini e non dei banchieri e dei profitti. Il governo Monti ha sbagliato a non fare una bad bank per togliere dagli istituti le sofferenze che sono l'effetto dei tanti crediti agli amici degli amici ma anche della tante piccolissime imprese che, per colpa della crisi, sono fallite".

"Alla società serve un capitale sano e non parassitario - ha commentato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi - al sistema creditizio servono regole che lo risanino e per ottenere tutto questo è necessario il coinvolgimento della politica e dell'Europa".


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