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Attualità venerdì 05 maggio 2023 ore 11:05

Arte moderna, il cervello la preferisce con le didascalie

La collezione Roberto Casamonti su cui è stato condotto lo studio
La collezione Roberto Casamonti su cui è stato condotto lo studio

Una ricerca coordinata da studiosi toscani ha analizzato le risposte emotive e cognitive al materiale informativo a corredo delle opere



FIRENZE — Il cervello apprezza le didascalie a corredo delle opere d'arte moderna nell'atto della fruizione che diventa così più gratificante: lo ha scoperto una ricerca coordinata da studiosi toscani, dell'università di Firenze, che ha testato il grado di apprezzamento in termini di risposte emotive e cognitive misurate tramite la registrazione di parametri fisiologici e comportamentali.

Ora quella ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Plos One. Il team di ricercatori è stato guidato da Maria Michela Del Viva del Dipartimento Unifi di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino e lo studio è stato condotto – in collaborazione con gli atenei di Roma Tre e La Sapienza – in un museo di arte moderna e contemporanea a Firenze, la Collezione Roberto Casamonti, ospitato a Palazzo Bartolini Salimbeni. 

L'attenzione verso la qualità dell'esperienza del visitatore negli ultimi anni è aumentata, così diviene essenziale la comprensione del comportamento del pubblico, dei suoi bisogni e aspettative, nonché delle dinamiche relazionali e dei processi di apprendimento in contesti non formali.

“L’incontro con l’opera d’arte può generare reazioni molto diverse in base ai prerequisiti posseduti dal visitatore e alla sua storia educativa ed emozionale", racconta Del Viva, docente di Psicobiologia e psicologia fisiologica Unifi. Ebbene: "A incidere sulla qualità dell’esperienza museale, tuttavia, sono soprattutto gli strumenti di accompagnamento che il museo può elaborare per intensificare il processo di comprensione e il coinvolgimento del pubblico”, sottolinea la professoressa.

Maria Michela Del Viva

Maria Michela Del Viva

La scelta sulla tipologia di opere su cui testare la risposta del fruitore ha tenuto conto del fatto che osservatori non esperti trovano più difficoltoso comprendere e apprezzare l’arte moderna. Quindi i test, con la registrazione dei vari parametri biometrici (movimenti oculari, risposta pupillare, battito cardiaco, conduttanza cutanea) e comportamentali (tempo di visualizzazione, questionari) dei visitatori del museo fiorentino.

“I risultati – spiega Del Viva – mostrano che, quando viene fornita una didascalia descrittiva prima della visualizzazione dei quadri, i partecipanti spendono più tempo nell’osservazione dell’opera e i loro movimenti oculari sono diretti verso le zone descritte”.

“Inoltre – prosegue la docente – abbiamo osservato un incremento della conduttanza cutanea e del diametro pupillare: si tratta di risposte psicofisiologiche che suggeriscono un aumento della reattività e del gradimento indotti dalla fruizione delle opere. Il maggior coinvolgimento degli spettatori è stato confermato dai questionari proposti ai partecipanti: grazie alle didascalie descrittive, i visitatori hanno dichiarato di aver trovato il contenuto delle opere meno complesso e più stimolante”.

“I risultati – conclude Del Viva – indicano che gli osservatori traggono beneficio dalle descrizioni dettagliate delle opere, confermando l’impatto prodotto dalla parola scritta nel contesto di una esperienza di tipo estetico-culturale. Una conferma di quanto l’utilizzo di materiale informativo efficace dovrebbe essere un obiettivo primario dei musei”.


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