La crisi è servita, ristoratori toscani sfiancati

A causa del Covid, in Toscana si stimano 25mila posti di lavoro a rischio, un quarto nel solo capoluogo. "Rinviare tutte le scadenze fiscali al 2021"

FIRENZE — Perdite di fatturato stellari, tra il 75 e il 90 per cento e posti di lavoro a rischio: 25mila in tutta la Toscana stimati dall'indagine resa nota dal gruppo "Ristoratori Toscana" realizzata sulla base dei propri 13mila locali aderenti (il conto, quindi, è quasi certamente più salato).

Sono i numeri della crisi innescata dall'epidemia di Covid e dalle restrizioni che hanno lasciato i tavoli vuoti da marzo. L'indagine, i cui risultati sono stati illustrati a Firenze, mostra che solo nel capoluogo toscano il 60 per cento dei ristotatori che hanno partecipato al sondaggio hanno dichiarato che, senza aiuti, entro ottobre dovranno chiudere di nuovo. Altri 500 ristoranti chiuderanno ad agosto.

A preoccupare ancora di più c'è poi il fatto che il 90 per cento dei ristoratori sarebbe pronto a licenziare se non ci fosse il blocco. A rischio, si spiega, ci sono 25mila posti di lavoro, 6mila solo a Firenze.

Sul fronte degli aiuti ricevuti, inoltre, l'indagine spiega che solo il 10 per cento dei ristoratori ha ottenuti aiuti sopra i 25mila euro e che l'80 per cento delle imprese del settore ha ricevuto la cassa integrazione di marzo e aprile.

La richiesta è quindi quella di un "anno bianco, con rinvio al 2021 di tutte le scadenze fiscali, altrimenti non riusciremo a sopravvivere".

Un destino comune anche alle altre strutture ricettive come alberghi, hotel, b&b, agriturismi alle prese con la penuria di arrivi, soprattutto dall'estero, nelle città d'arte e nei luoghi del turismo in Toscana.

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