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Attualità mercoledì 29 gennaio 2020 ore 17:00

Qualità dell'aria, la Toscana può fare di meglio

Le città toscane promosse dal dossier "Mal'aria 2020" di Legambiente ma ozono e PM10 imperversano ancora. La piana lucchese ancora maglia nera



FIRENZE — In Toscana l'aria che si respira è migliorata negli ultimi anni, soprattutto nelle città. La strada da fare, però, resta ancora lunga secondo il dossier "Mal'aria" di Legambiente presentato a Firenze che mostra ancora diversi problemi irrisolti. Problemi non nuovi, se si considera per esempio la piana lucchese che si conferma maglia nera sul fronte delle polveri PM10 registrate nella stazione di Capannori. Qui e nella stazione di traffico di viale Gramsci a Firenze sono stati registrati i valori massimi. 

Poi c'è l'ozono, un inquinante che si manifesta tipicamente d'estate ma che è segnale di altri inquinanti precursori che si stratificano nei periodi precedenti: qui i problemi si registrano in modo diffuso, in particolare nelle province di Lucca, Grosseto, Firenze e Pisa. 

A presentare i dati del rapporto sono stati il presidente regionale di Legambiente Fausto Ferruzza, il responsabile del settore inquinamento atmosferico di Legambiente Michele Urbano e il direttore generale di ARPAT Marcello Mossa Verre. 

Quali sono, dunque, le possibili soluzioni? "Non ci dobbiamo concentrare solo su un settore - ha detto il presidente regionale di Legambiente Fausto Ferruzza - I campi in cui intervenire sono gli stili di vita e il traffico con l'obiettivo della mobilità sostenibile. E poi la climatizzazione domestica: non sono più ammissibili le caldaie a gasolio. Le pompe di calore sono ottime soluzioni che si possono ammortizzare con gli incentivi statali. E poi il settore produttivo: industria e agricoltura si devono adeguare". 


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