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Attualità martedì 16 giugno 2015 ore 16:28

Mostro di Firenze, la rivincita di Giuttari

Il Tar del Lazio ha stabilito che la Polizia sbagliò a negare la promozione per merito straordinario al dirigente che individuò i complici di Pacciani



ROMA — E' la seconda volta che il Tar del Lazio accoglie un ricorso di Michele Giuttari, oggi noto in tutto il mondo come scrittori di romanzi gialli.

Nel 2000 la promozione del dirigente era stata proposta dall'allora questore di Firenze ma poi, nel 2003, fu bocciata con un decreto del capo della Polizia. Nel 2013 il Tar del Lazio si era invece pronunciato a favore di Giuttari ordinando "all'Amministrazione di riesaminare la proposta di promozione". Oggi la nuova sentenza del tribunale amministrativo che ordina alla Polizia di dare corretta esecuzione al suo primo pronunciamento entro 90 giorni oppure "sarà nominato un commissario ad acta".

Il Tar ha ribadito che Giuttari ha dato "un contributo determinante all'individuazione dei complici di Pietro Pacciani nei duplici delitti del mostro e che quindi, nel negare la promozione, non fu preso in considerazione "l'acume investigativo, del tutto straordinario, mostrato da Giuttari nell'assicurare alla giustizia gli esecutori materiali di almeno alcuni dei delitti in questione".

"Tale acume denota quelle eccezionali capacità richieste dalla norma per il riconoscimento della promozione per merito straordinario" spiegano i giudici nella sentenza, ricordando che la scoperta degli autori dei delitti fu una "impresa" che non era riuscita a "una apposita task force investigativa, coadiuvata da esperti criminologi".

La posizione di Giuttari davanti al Tar è stata sostenuta da lui stesso (è anche avvocato) e dal legale Alessandro Avagliano.

"Ho sempre avuto fiducia nella giustizia, apprezzo l'estrema correttezza dei magistrati del tar del Lazio. Rifletterò sul mio rientro in polizia, la mia seconda famiglia - ha commentato Giuttari, che non fa più parte della polizia dal 2010 - La sentenza del Tar implica una promozione a questore con decorrenza dal 2000 ma a me premeva soprattutto che venisse ristabilita la verità e tutelata la mia professionalità".


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