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Lavoro venerdì 09 ottobre 2015 ore 11:28

La strage dei lavoratori

La Toscana è seconda solo alla Lombardia per il numero di morti bianche: in 8 mesi 55 vittime. Il 12,5 per cento degli incidenti avviene nei cantieri



FIRENZE — Passano gli anni ma la piaga delle morti bianche non accenna a guarire, anzi. I dati forniti dall'Osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega Engineering, che ha rielaborato quelli dell'Inail, sono impietosi.

Nei primi otto mesi del 2015  i morti sul lavoro in Italia sono stati 546, di cui 55 in Toscana, con un aumento dell’11,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014. La Toscana è tra le regioni con il più alto tasso di morti bianche (55 al 31 agosto di quest’anno), dopo la Lombardia (84 le vittime) e davanti a Campania (52), Veneto (48) e Lazio (46).

Il 12,5% di queste morti, dato nazionale, avviene in cantiere, segno di un progressivo peggioramento delle condizioni di sicurezza in un comparto massacrato dalla crisi.

"Gli sforzi degli organi preposti al controllo non bastano - ha tuonato Ottavio De Luca, segretario genrale della Filca Cisl - E' necessario un giro di vite da parte di tutti i soggetti interessati, perché queste tragedie quotidiane non si ripetano. È una questione di civiltà e di giustizia sociale nella quale siamo tutti coinvolti, enti locali, istituzioni, forze dell’ordine, sindacati, politici".

“Il dato toscano rappresenta un triste primato a cui non vorremmo partecipare - è il commento del segretario generale della Uil Toscana, Francesca Cantini - E' evidente che dobbiamo potenziare gli strumenti di controllo e prevenzione, facciamo ancora troppo poco. I lavoratori devono essere messi in condizione di lavorare senza rischiare nulla. Allo stesso tempo le aziende che non si adeguano agli standard minimi di sicurezza devono essere sanzionate. E’ intollerabile che ancora oggi si possa morire di lavoro”.

Alla luce di questi dati i sindacati sono tornati a chiedere un maggior coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza nella fase di redazione delle norme interne a fabbriche, aziende e sui cantieri. 

"Al tempo stesso - ha aggiunto e Luca - occorre che anche negli appalti vengano premiate le imprese che rispettano i canoni di sicurezza: non è possibile che gli enti pubblici continuino ad assegnare appalti al massimo ribasso, perché sappiamo tutti che il primo elemento ad essere tagliato per comprimere i costi è proprio la sicurezza".

Le costruzioni sono il settore più pericoloso: 69 vittime pari al 12,5% del totale nei primi 8 mesi dell’anno. Al secondo posto le attività manifatturiere, con un’incidenza dell’11,5%, seguite da trasporto e magazzinaggio (9,3%). Stando Le vittime di solito sono maschi (95% dei casi), italiani (84%) tra 45 e i 54 anni, fascia di età che rappresenta il 35,7% del totale.


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