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Politica lunedì 10 aprile 2017 ore 21:09

Il G7 in cerca di una soluzione per la Siria

Foto twitter G7 Italia 2017

Primo giorno di lavoro per i sette ministri degli esteri a Lucca. Posizione dura di Gran Bretagna e Usa. Alfano convoca una riunione straordinaria



LUCCA — Gli echi della guerra in Siria arrivano forti e chiari a Lucca e si declinano nelle diverse posizioni espresse dai ministri degli esteri seduti attorno al tavolo rotondo del G7 degli esteri a Lucca. Che, per due giorni, è diventata la capitale della diplomazia mondiale. 

Presenti, oltre al ministro italiano Alfano e all'Alto rappresentante per la politica estera della Ue Federica Mogherini, i ministri di Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Giappone, Germania e Francia.

Il dossier più caldo sul tavolo è quello della Siria. Anche perché il G7 è arrivato la settimana successiva al bombardamento con armi chimiche di Idlib, dietro al quale secondo le potenze occidentali c'è l'ombra del presidente siriano Bashar Al Assad. Una strage che ha colpito anche tanti bambini a cui è seguito l'attacco statunitense con 59 missili sparati contro la base da cui sarebbe partito l'attacco. Intanto Assad ha ripreso i raid sui ribelli e sembra che lo stia facendo addirittura con il napalm oltre che con le bombe a grappolo.

Durissima la posizione del ministro britannico Boris Johnson che non ha escluso la possibilità di nuove sanzioni contro militari siriani e russi ed ha chiesto a Mosca, principale alleata del regime e sostenitrice di Assaf, di "scegliere se continuare astare al fianco di Assad oppure con il resto del mondo". Sullo stesso tono si è mantenuto il segretario di Stato americano Rex Tillerson che, dal luogo dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema, ha detto che gli Stati Uniti dell'amministrazione Trump rispondono "a quanti creano danni agli innocentiin qualunque parte del mondo". Per Tillerson, in ogni caso, la priorità resta la lotta all'Isis prima ancora che il cambio di regime in Siria.

Il padrone di casa, il ministro degli esteri italiano Angelino Alfano, si è detto orientato alla necessità di una ripresa del dialogo tra le parti in causa. Anche perché l'inasprirsi del conflitto siriano ha subito creato schieramenti tra i paesi pro e contro Assad.

Intanto Alfano ha convocato una riunione straordinaria proprio sulla Siria, domani nella seconda giornata di vertice, per tentare diriannodare i fili del negoziato e scongiurare un'escalation militare. La riunione è allargata, appunto, ai soggetti regionali divisi da prospettive radicalmente diverse sul conflitto siriano: Turchia, Emirati, Giordania, Arabia Saudita, Qatar. Alfano ha oggi anche parlato al telefono con il collega iraniano Zarif, auspicando che Teheran convinca ad Assad a risparmiare i civili. 

Il grosso si giocherà poi, domani a conclusione del G7 sull'incontro tra Tillerson e il suo omologo agli esteri nel governo russo Serghiei Lavrov. Tillerson, in ogni caso, non incontrerà Putin. Sarà un colloquio complicato, dopo le aspre critiche russe alla condotta americana in seguito al raid sulla base siriana. Per il Cremlino, infatti, ripetere "come unmantra" Assad se ne deve andare non aiuta il processo di pace e "non c''è alternativa" ai negoziati di Ginevra, anche se sarà un "percorso lungo", ha spiegato il portavoce di Putin Dmitri Peskov.


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