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Attualità martedì 08 settembre 2015 ore 08:20

Quelle larve sulle ultime vittime del mostro

Un reportage di Paolo Cochi mette in discussione la data del delitto degli Scopeti e quindi anche la testimonianza del pentito Giancarlo Lotti



FIRENZE — Le conclusioni a cui è giunto Cochi, basate su nuovi riscontri scientifici, sono state presentate nel corso dell'evento Ophir criminology. Il duplice omicidio degli Scopeti a San Casciano, l'ultimo dei delitti attribuiti al mostro, potrebbe non essere avvenuto domenica 8 settembre 1985 ma il giorno prima o addirittura venerdì 6 settembre. 

Ma anticipare di uno o due giorni il delitto rispetto alla data indicata nei faldoni del processo significa mettere in discussione le parole  del pentito Giancarlo Lotti, che accusò degli omicidi se stesso e i compagni di merende Pietro Pacciani, Mario Vanni e Fernando Pucci. 

L'ipotesi, già avanzata in passato anche da un consulente della procura, è sostenuta dalle considerazioni di alcuni entomologi e medici legali, basate sullo stadio avanzato di formazione delle larve trovate sui corpi delle ultime due vittime, i turisti francesi Jean-Michel Kravechvili e Nadine Mauriot. Stadio che non è compatibile con la data dell'8 settembre. 

Sulle foto dei cadaveri sono visibili larve che si manifestano al primo stadio dopo 18 ore dalla morte. La presenza della larva sui resti della donna fu accertata il 9 settembre al momento della scoperta dell'omicidio ma la spiegazione fu che il corpo era rimasto all'interno della tenda e non all'aperto dove invece fu ritrovato quello del compagno. 

Trent'anni dopo, gli scienziati hanno potuto visionare per la prima volta le foto del cadavere di Kravechvili, fino ad ora custodite nel fascicolo processuale, e ne è emerso che la formazione delle larve è identica in entrambe le vittime. 

"Guardando quelle larve pensai che non potevano essere morti nella notte" racconta l'ex dirigente della squadra che investigava sui delitti del mostro, Sandro Federico, intervistato da Cochi. 

Nel documentario la tesi è supportata anche da altri elementi, come gli scontrini ritrovati nell'auto della coppia, datati non oltre il 6 settembre, e alcune contraddizioni dei testimoni che raccontarono di aver visto vivi i due francesi dopo il 6 settembre. 


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