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Attualità sabato 25 novembre 2023 ore 18:10

Casa strappata alla mafia diventa rifugio antiviolenza

Abitazione confiscata alla criminalità trasformata in centro per donne e minori vittime. Così la battaglia ad ogni forma di abuso



MONTOPOLI — Un bene confiscato alla mafia che diventa un luogo di protezione e simbolo contro la violenza di genere. Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, sono stati presentati questa mattina i lavori di riqualificazione dell’immobile che il Comune di Montopoli nel Pisano ha acquisito nel 2015.

"Unendo la battaglia contro le mafie e contro la violenza sulle donne – ha detto l’assessore regionale alle pari opportunità Alessandra Nardini –, l'Amministrazione comunale di Montopoli ha fatto una scelta precisa e chiara, dal doppio valore. Restituisce alla comunità un immobile confiscato alla criminalità sferrando un colpo netto alle mafie, e sceglie di farlo destinando quell'immobile al rafforzamento delle rete antiviolenza attiva sul territorio. È un messaggio fortissimo e un esempio di governo, di cui siamo orgogliosi e che mi auguro possa essere da esempio anche per altre realtà locali".

"L’appartamento sottratto alle mafie, situato a Montopoli in Val d'Arno, è stato completamente ristrutturato grazie ai fondi stanziati dalla Regione Toscana, per un importo di 183mila euro – ha aggiunto l’assessore regionale alle Politiche per la sicurezza e cultura della legalità Stefano Ciuoffo –. Questo è un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata, l’utilizzo dei beni confiscati è uno strumento prezioso per consolidare la cultura della legalità. L'appartamento sarà destinato a diventare un centro anti violenza e un rifugio per donne e bambini che hanno subito abusi e violenze".

"Oggi è una giornata importante – ha detto il sindaco Giovanni Capecchi – di un percorso nato alcuni anni fa da quella telefonata delle Prefettura che mi informava della presenza sul nostro territorio di un bene confiscato. Dopo lo stupore iniziale, abbiamo cominciato a pensare a come poter restituire questo luogo alla comunità e la decisione di destinarlo a chi quotidianamente combatte la violenza di genere".


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