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Cultura domenica 07 maggio 2023 ore 18:00

I papiri di Ercolano scritti in riga e in colonna

papiro ercolano
Il papiro analizzato

Gli scribi utilizzavano righe e colonne come strumenti per delimitare lo specchio di scrittura. La conferma scientifica da una ricerca toscana



PISA — Anche gli scribi di Ercolano utilizzavano righe e colonne come strumenti per delimitare lo specchio di scrittura. Una consuetudine, la cui notizia ci è stata tramandata dagli autori classici, che oggi trova la prima conferma scientifica grazie a una ricerca condotta da studiosi toscani di Università di Pisa, Cnr e Infn sui papiri di Ercolano pubblicata su Scientific Reports.

Il progetto di ricerca, denominato GreekSchools, è coordinato dal professor Graziano Ranocchia del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, ed è dedicato proprio all’analisi, con tecniche avanzate, dei papiri carbonizzati di Ercolano custoditi nella biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli. 

Allo studio hanno collaborato fisici, chimici e papirologi che ha per la prima volta hanno evidenziato, spiega una nota congiunta di Università di Pisa, Cnr, Infn e Mic, la presenza di vari tipi di griglie nei rotoli librari greci dell’antichità.

Se era già noto che gli scribi antichi utilizzassero a questo scopo un righello e una rondella di piombo strofinata sulla superficie del papiro per tracciare linee appena visibili come confini dello specchio di scrittura "mai finora ne era stata evinta traccia nei numerosissimi papiri a noi pervenuti dall’antichità", recita la nota.

I moderni studiosi si sono arrovellati per decenni sul significato delle testimonianze, ma adesso gli esperimenti di macro-fluorescenza a raggi X a scansione eseguiti su papiri ercolanesi della Biblioteca Nazionale di Napoli dal team del dottor Paolo Romano, dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale del Cnr (Cnr-Ispc) di Catania, e dei Laboratori Nazionali del Sud dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, hanno fornito la prova sperimentale della correttezza di queste informazioni.

“Si tratta di una scoperta sensazionale per la papirologia – afferma il professor Graziano Ranocchia – ora abbiamo conferma di quanto prima potevamo solo immaginare. È inoltre finalmente dimostrato che la sistematica inclinazione delle colonne di scrittura nei rotoli letterari, la cosiddetta Legge di Maas, era un fatto estetico intenzionale degli scribi antichi, e non un segno di mancata accuratezza grafica, come è stato da alcuni ipotizzato”.


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