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Cronaca giovedì 13 aprile 2017 ore 17:55

L'inchiesta sugli appalti Consip si allarga

Il sequestro di documenti negli uffici dell'ente ha riguardato non solo i 3 lotti che interessavano a Romeo ma tutti e 18 i lotti dell'appalto FM4



ROMA — La procura di Roma ha allargato il raggio di indagine sugli appalti Consip, la centrale acquisti del Ministero dell'Economia. Fino ad oggi l'inchiesta aveva riguardato tre lotti del super appalto FM4 per il facility management (servizi vari per la gestione delle sedi di enti pubblici) bandito nel 2014 per due miliardi e 700 milioni di euro, quelli che interessavano all'imprenditore napoletano Alfredo Romeo, arrestato il primo marzo scorso per aver corrotto un dirigente Consip, Marco Gasparri (vedi articoli collegati). Ma le perquisizioni e la documentazione acquisita oggi dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma e dalla Guardia di finanza di Napoli negli uffici della Consip hanno riguardato l'intero superappalto: 18 lotti di gara a cui hanno preso parte, in tutto, 8 società. E dalle graduatorie provvisorie salta agli occhi che i tre gruppi Manutencoop, Romeo Gestioni e Cofely si sarebbero aggiudicati 11 dei 18 lotti. Esito che ha portato l'Antitrust, l'Autorità garante della concorrenza, ad avviare un procedimento nei confronti di sette società per verificare se le gare si sono svolte regolarmente oppure se le società che hanno partecipato si sono in qualche modo 'coordinate' per pilotare l'aggiudicazione. Lo stesso Romeo un anno fa presentò un esposto ai vertici di Consip, all'Anac e all'Antitrust per denunciare presunti favoreggiamenti nei confronti di una società concorrente.

Un altro fronte d'inchiesta riguarda il ruolo che potrebbero aver svolto alcuni esponenti politici in tutta la vicenda e alcune fughe di notizie che potrebbero aver compromesso l'esito delle indagini. Un teste chiave è l'amministratore delegato di Consip Luigi Marroni (vedi articoli collegati) che avrebbe raccontato agli inquirenti di aver ricevuto pressioni da Tiziano Renzi, padre dell'ex premier, e da un parlamentare di Ala, tramite il faccendiere Carlo Russo, per influenzare il risultato delle gare.Circostanza negata sia da Renzi padre che dal parlamentareverdiniano.

Ad oggi sono indagati per rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento il ministro dello sport Luca Lotti e i generali dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia e Tullio Del Sette; per traffico di influenze illecite Tiziano Renzi, il suo amico imprenditore Carlo Russo e l'ex parlamentare di An Italo Bocchino in veste di consulente di Alfredo Romeo. Per falso ideologico e materiale il capitano del Noe dei carabinieri di Napoli Giampaolo Scafarto, accusato di aver alterato alcuni elementi contenuti nell'informativa inviata ai pm per avvalorare la tesi che ci fossero stati contatti fra Romeo e Renzi senior e che il governo si fosse interessato alle indagini tramite i servizi segreti.


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