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Attualità martedì 20 giugno 2023 ore 15:14

Le città toscane hanno perso artigiani, da bottega a shop

Dal 2009 al 2023 questo tipo di attività ha subito una flessione passando da poco meno di 51.000 a 44.500, un calo fino al 30% in alcune città



TOSCANA — Il commercio artigiano di vicinato è cambiato, il fenomeno tra vecchi e nuovi modelli di vendita è stato analizzato dalla Cna Toscana.

Il commercio artigiano di vicinato e la nuova prossimità al cliente” è il titolo della ricerca elaborata dal professor Gaetano Aiello, docente Ordinario di Economia e gestione delle Imprese dell’Università di Firenze che è stata illustrata quest’oggi durante il convegno “Il Commercio artigiano: le proposte di CNA Turismo e commercio” al quale hanno partecipato il presidente di CNA Toscana Luca Tonini, il Vicepresidente Nazionale di CNA Turismo e Commercio Roberto Masi, il Segretario della Fondazione CNA Opera Alessandro Farisei, la Coordinatrice regionale di CNA Turismo e Commercio Paola Lorenzini, la presidente regionale di CNA Turismo e Commercio Elisabetta Norfini e Leonardo Marras Assessore all’Economia e al Turismo della Regione Toscana.

L’indagine si è basata su un campione di imprese d’eccellenza associate a CNA nelle varie province toscane che operano nell’ambito del commercio artigiano al dettaglio: si tratta di aziende che tengono assieme attività di commercializzazione rivolte direttamente al consumatore finale con attività di realizzazione di prodotti e servizi artigianali, originali e personalizzati rispetto alle richieste del cliente. 

Il commercio artigiano si concentra sulla produzione e la vendita di una combinazione di prodotti tipicamente fatti a mano o in piccola serie, come ad esempio gioielli, mobili, abbigliamento, oggetti d'arte, prodotti alimentari e di servizi personalizzati e pensati per il cliente. Il commercio artigiano promuove la creatività, la passione e si basa su specifiche competenze delle persone impegnate in questo settore.

Il lavoro del professor Aiello è partito dai dati generali riguardanti il commercio al dettaglio che evidenziamo come nell’intervallo che va dal 2009 al 2023 questo tipo di attività ha subito una flessione sostanziale passando da poco meno di 51.000 a 44.500. All’interno di questa categoria a soffrire di più sono state proprio le attività di commercio artigiano, con percentuali di riduzione che si collocano tra il 15 ed il 30%.

In questa situazione però c’è chi non si arrende ed affronta la congiuntura economia con coraggio: casi di eccellenza identificati dalle 10 strutture provinciali di CNA Toscana, portatori di best practice rappresentative che si traducono nei modelli della nuova prossimità.

A seguito dell’analisi di 23 casi distintivi, sono stati costruiti i modelli del nuovo commercio artigiano che seguono sostanzialmente due variabili: l’accessibilità (personale-digitale) e l’esperienza (tradizionale-innovativa). Su queste direttrici si muovono le esperienze del commercio artigiano e si declina il concetto di nuova prossimità.

Dall’analisi dei casi emergono 4 profili – strategici: “Ci ritroviamo”; “Nuove esperienze assieme”; “Vicini ovunque”; “Nuove esperienze ovunque”.

Muovendosi sui due assi dello schema si formano e verificano nuove e vecchie esperienze riassunte in questi 4 profili: Imprese prossime al cliente privilegiando il contatto personale ed offrendo prodotti/servizi ed una esperienza di acquisto radicata nei modi tradizionali del commercio di prossimità; Imprese prossime al cliente privilegiando il contatto personale ed offrendo una esperienza di acquisto innovativa, non usuale anche in ambiti prodotto/mercato legati alla tradizione; Imprese prossime al cliente privilegiando il contatto attraverso la rete, lo shop on line ed i social, offrendo una esperienza di acquisto (digitale) e prodotti/servizi radicati nei modi tradizionali del commercio di prossimità; Imprese prossime al cliente privilegiando il contatto attraverso la rete, lo shop on line ed i social, offrendo una esperienza di acquisto innovativa, non usuale anche in ambiti prodotto/mercato legati alla tradizione.

“Questi modelli – spiega il professor Gaetano Aiello, autore della ricerca – suggeriscono elementi utili alla pianificazione urbanistica delle città, possono infatti essere un’opportunità per rendere compatibile il commercio artigiano con la residenza e le altre attività sociali, a patto che si utilizzino processi di pianificazione condivisi e proiettati sul medio-lungo termine”.

“Il commercio artigiano è per CNA Toscana un patrimonio che non va assolutamente disperso, per questo motivo abbiamo voluto realizzare, con il prezioso contributo del professor Aiello, una ricerca per comprendere qual è il quadro attuale del settore – spiega Elisabetta Norfini Presidente di CNA Turismo e Commercio Toscana -. Lo studio è un punto di partenza per elaborare le politiche strategiche necessarie per supportare questo che fa parte dell’identità della nostra regione. Per raggiungere il risultato abbiamo bisogno del sostegno di tutti: associazioni, istituzioni e, in particolare regione Toscana alla quale chiediamo di creare tavoli condivisi per pianificare le strategie e per, mantenere prima e rafforzare poi, queste imprese che combinano la tradizione con l’innovazione. CNA Toscana è disponibile a dare il proprio contributo, lavorando in modo coordinato riusciremo a dare un futuro al commercio artigiano”.

“Una ricerca davvero interessante che mette in chiaro lo stato dell’arte di un settore molto importante per l’economia toscana – commenta Leonardo Marras, assessore all’economia e al turismo della Regione Toscana –. L’impegno della Regione per sostenere lo sviluppo dell’artigianato artistico e tradizionale, che ha uno scambio diretto dei suoi prodotti, con consumatori e turisti, è costante. È un comparto di grande valore per aggiungere esperienze nell’offerta turistica ed è fondamentale manutenere e consolidare il patrimonio di conoscenze e abilità da trasferire ai giovani”.

La ricerca

La ricerca si è posta come obiettivo principale quello di evidenziare le migliori strategie di risposta alla crisi poste in essere dalle imprese del commercio artigiano, attraverso l’analisi di alcuni casi eccellenti presenti nel territorio della regione, capaci di elaborare una combinazione d’offerta ed un modello di servizio sostenibile, innovativo e sempre radicato nel territorio.

Un gruppo di lavoro ha coinvolto sia CNA Toscana sia le dieci strutture provinciali per individuare i casi eccellenti, portatori di best practice rappresentative di un modello che abbiamo denominato “nuova prossimità”.

Dagli esiti della ricerca, emergono alcune necessità che è possibile tradurre in proposte operative da sottoporre al confronto tra le rappresentanze d’impresa, i vari attori del sistema economico-finanziario e le istituzioni tra le quali, in primo luogo la Regione Toscana

  • Supportare le imprese nei loro sforzi per affrontare le sfide poste dal cambiamento, specie quelle concentrate nell’investimento in tecnologie digitali e nella trasformazione ecosostenibile dei propri processi interni e della propria offerta di prodotti e servizi
  • Supportare le imprese nell’accrescimento del proprio capitale umano che tiene assieme almeno due diverse problematiche, solo apparentemente distinte: la necessità di salvaguardare mestieri artigiani laddove manca un vero ricambio generazionale ed avviare nuovi percorsi formativi per rafforzare le competenze di queste imprese sulle tecnologie digitali e sulla eco-sostenibilità; in entrambi i casi si tratta di professionalità necessarie per sviluppare i modelli della nuova prossimità
  • Elaborare percorsi condivisi per garantire a questi modelli di nuova prossimità di poter trovare o mantenere localizzazione fisiche efficienti ed efficaci, oltre che compatibili con tute le altre esigenze presenti sul territorio; nei centri storici va garantita la non facile convivenza delle attività economiche pensando, ad esempio, ad una logistica delle merci non meno sostenibile di quella delle persone; la pianificazione urbanistica di una città può guardare a questi modelli come ad una opportunità per rendere compatibile il commercio artigiano con la residenza e le altre attività sociali, purché si utilizzino processi di pianificazione condivisi e proiettati sul medio-lungo termine.

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