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Cronaca venerdì 26 agosto 2022 ore 14:11

Foto spinte, poi l'incubo online per gli adolescenti

ragazza al computer
Foto d'archivio

Sono sempre di più i ragazzi e le ragazze intrappolati in fenomeni di sextortion. Nel 2021 in Toscana 50 casi. Due vittime avevano meno di 14 anni



TOSCANA — Si chiama sextortion e ad esserne vittime nel 2021 in Toscana sono stati 50 adolescenti, 5 dei quali minorenni e 2 addirittura più piccoli di 14 anni. E nel 2022 il fenomeno si conferma stabile. A lanciare l'allarme è la polizia postale di Firenze che negli ultimi mesi ha registrato un aumento definito vertiginoso dei casi di sextortion in danno di ragazzini attraverso i social network. 

"Tutto inizia con qualche chat con profili social di ragazze e ragazzi gentili e avvenenti, apprezzamenti e like per le foto pubblicate. Si passa poi - spiega la polizia postale - alle videochat". Le richieste si fanno man mano più spinte, poi inizia il martellamento online con richieste di denaro dietro minaccia i diffondere, in caso di mancato pagamento, tutto il materiale sessuale a ogni contatto e ai familiari. Un ricatto, insomma, con estorsione a sfondo sessuale. Sextortion, appunto.

"Le vittime, intrappolate tra la vergogna e la paura che le immagini intime possano essere viste dai loro contatti, tendono a tenere tutto per sé, a non confidarsi con nessuno, tantomeno con i genitori", prosegue la PolPosta che perciò ritiene il fenomeno sottostimato.

“Si tratta di un fenomeno insidioso, che spesso espone i ragazzi a gravi conseguenze di carattere psicologico anche nel lungo periodo", sottolinea il dirigente del compartimento polizia postale e delle comunicazioni per la Toscana Lorena La Spina.

I suggerimenti della polizia postale: per i ragazzi

La polizia di Stato mette a disposizione l’applicazione You-Pol, che può essere scaricata facilmente anche sui cellulari e che consente di comunicare in tempo reale, anche per trasmettere richieste di aiuto e segnalazioni che possono, a discrezione dell’interessato, essere mantenute anonime. Nello specifico, poi, ecco qui alcuni consigli.

  • Mai cedere al ricatto pagando le somme richieste. Non smetteranno di chiedere denaro se si paga, ma anzi capiranno che c'è disponibilità economica e si faranno più insistenti.
  • Non bisogna vergognarsi per aver condiviso immagini intime con sconosciuti. A quella età si è curiosi e inesperti e spesso le persone che fanno queste cose sono criminali organizzati che conoscono le fragilità dei ragazzi.
  • Non cancellare i messaggi scambiati con gli estorsori, non chiudere i profili social su cui ai viene contattati, ma fare gli screen shot delle conversazioni e delle minacce e del profilo dell’estorsore.
  • Fare una segnalazione sul portale www.commissariatodips.it per chiedere aiuto, da soli è più difficile risolvere questo tipo di problemi.
  • Parlarne con i genitori o con un adulto di fiducia, che sapranno come essere di aiuto per gestire la situazione.
  • Chi ha più di 14 anni può sporgere una denuncia, anche in modo autonomo, in qualsiasi ufficio di polizia.

I suggerimenti della polizia postale: per i genitori

La sextortion è un fenomeno che sta interessando un numero esponenziale di ragazzi e ragazze in rete. Si tratta di adulti e/o organizzazioni criminali che avvicinano online gli adolescenti, li spingono in conversazioni virtuali di tipo sessuale, acquisiscono immagini e video intimi e poi richiedono somme di denaro per evitare la pubblicazione online del materiale privato. Se ai figli capita qualcosa di simile:

  • Non giudicarli ma valutare che la vergogna e il senso di panico che possono provare li mettono a rischio di compiere atti impulsivi.
  • Ascoltare quanto i figli raccontano, acquisire con calma tutte le informazioni e rassicurarli che non sono i soli ad essere incappati in questo tipo di situazioni.
  • Procurarsi gli screen shot delle conversazioni con gli estorsori e recarsi quanto prima in un ufficio di polizia per sporgere una denuncia: la tempestività in questi casi è fondamentale per risolvere al meglio le indagini.
  • Non cancellare immagini, video e non chiudere i profili social prima di aver fornito queste informazioni alla polizia.
  • Fare una segnalazione su www.commissariatodips.it e chiedere informazioni e supporto, se occorre.

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