Cultura

Spadolini, una vita tra storia e potere

In occasione dei 90 anni dalla sua nascita, una mostra all'Ente cassa di Firenze ripercorre la parabola del primo presidente del Consiglio laico

Giornalista, storico, ma soprattutto uomo delle istituzioni. Tutto questo è stato Giovanni Spadolini, il primo presidente del consiglio laico del dopoguerra e il politico che decise di creare nel 1974 il Ministero dei beni culturali

A lui, nato a Firenze nel 1925 e morto a Roma 69 anni dopo, è dedicata la mostra allestita fino a fine febbraio nella sede dell'ente Cassa di Risparmio. Un'occasione per scoprire tratti nascosti di una figura poliedrica: dalla sua passione sfrenata per l'Arma dei carabinieri all'innata autoironia che lo rendeva capace di accogliere con un sorriso anche la satira più irriverente. 

Un uomo di Stato eccellente nel tessere relazioni con i grandi del suo tempo, grazie a una cultura umanistica di alto livello. Un uomo devoto al partito e al Paese, i cui insegnamenti sono ancora attuali

"Aveva un profondo senso dello Stato - ha spiegato Cosimo Ceccuti, presidente dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze - e una concezione dell'interesse generale al di sopra dell'interesse particolare, persino del suo partito. La sua grande gioia era che in Italia nessuno sapeva che lui era segretario di un partito dal 3 per cento, ma tutti sapevano che era presidente del Consiglio".

Spadolini, appassionato bibliofilo al punto che gli è stata intitolata la biblioteca del Senato, pur essendo fiorentino doc, detestava chi si esprimeva in vernacolo ostentando il proprio provincialismo. "Aveva una visione europeista di Firenze e detestava - ha spiegato il presidente dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Umberto Tombari - la Firenzina".

Non è un caso dunque se al centro della mostra allestita a Firenze ci sia la sezione dedicata ai ricordi collezionati da Spadolini nel corso dei suoi viaggi ufficiali in mezzo mondo. Tra cui un kalashnikov donatogli dal ministro della difesa dell'Arabia Saudita nel 1986.