Cultura

La mafia e le trame nascoste da far emergere

Il presidente del Senato Grasso ha preso parte alle celebrazioni per ricordare la strage dei Georgofili. "Le bombe furono una sfida alla democrazia"

Nella strage di via dei Georgofili morirono 5 persone (fra cui una bambina di 50 giorni) e 48 rimasero ferite. La bomba esplose alle una della notte compresa fra il 26 e il 27 Maggio 1993 e provocò danni ingentissimi anche al patrimonio artistico di Firenze.

Come ogni anno, il Comune e la Regione hanno organizzato insieme all'associazione fra i familiari delle vittime una serie di eventi per ricordare la tragedia voluta dalla mafia, fra cui un convegno che si è svolto nella sede della giunta regionale a cui hanno preso parte anche il presidente del Senato Pietro Grasso, il procuratore capo della Procura di Firenze Giuseppe Creazzo, il capo della protezione civile Franco Gabrielli, l'assessore regionale Vittorio Bugli e l'assessore comunale Lorenzo Perra.

"Le bombe di Firenze, Milano e Bologna furono un tentativo di destabilizzare il Paese le cui cause e conseguenze non sono state ancora del tutto chiarite - ha detto Grasso nel suo intervento - L'eccezionalità della strage di via dei Georgofili è quella di essere stata al tempo stesso un attentato mafioso e terroristico. Nel processo sono stati messi dei punti fermi e sono state accertate l'identità e la responsabilità dei mandanti e degli esecutori, forse non tutti. La memoria è importante perchè l'azione della magistratura da sola non basta. E la magistratura non può essere lasciata sola in questa affannosa e difficile ricerca del vero".