Cultura

Restaurati gli antichi organi del Duomo di Siena

Il complesso organistico a quattro strumenti sottoposto a smontaggio e ripulitura. Aggiunti effetti e un registro di pedale, la Controbombarda 32'

Uno degli organi del complesso del Duomo di Siena

Gli antichi organi del Duomo di Siena tornano a risuonare di meravigliose armonie dopo un restauro delicato che li ha sottoposti a un intervento straordinario di smontaggio completo. Da oltre 20 anni gli strumenti del complesso organistico, quattro in tutto e il più antico risalente al 1508, non venivano sottoposti ad altro che ai controlli ordinari e alle accordature, data la condizione di integrità che presentavano.

Tuttavia il tempo, la polvere, l'usura hanno reso infine necesario smontare l’intero strumento. L'intervento si è articolato in quattro fasi, una per ciascun corpo di canne. Considerata l’enorme mole dello strumento, i lavori somigliavano in qualche modo a cantieri edili, dato che in alcuni casi è stato necessario erigere veri e propri ponteggi.

Con questo intervento, oltre a tutte le azioni di pulitura, rimessa in forma e ripristino di parti non funzionanti, nonché tutela delle numerosissime canne antiche inglobate nello strumento moderno, su progetto dell’organista titolare Cesare Mancini è stato aggiunto un poderoso registro di pedale, la Controbombarda 32’, e sono stati inseriti alcuni effetti ottenibili tramite le attuali tecnologie informatiche.

Di solito si usa dire “l’organo della Cattedrale”. In realtà l'enorme strumento si compone di più organi. Fino al secondo dopoguerra, infatti, esistevano in Cattedrale tre distinti strumenti. Il maggiore, collocato sopra la sacrestia, risaliva addirittura al 1508, con aggiunte che si erano protratte fino all’Ottocento. Gli altri due si trovavano uno esattamente di fronte all’organo grande e l’altro, di origine barocca romana, accanto alla Cappella del Voto. 

Fu a partire dal 1958, attraverso una serie di tappe conclusesi nel 1977, che su iniziativa dell’allora organista titolare Giordano Giustarini non solo i tre organi furono ulteriormente ampliati e riuniti tra di loro tramite l’elettrificazione dei comandi di trasmissione, ma se ne aggiunse addirittura un quarto dietro all’altar maggiore, tanto da giungere alla configurazione attuale che vede ben quattro corpi di canne distinti, azionabili tramite una consolle centrale a quattro tastiere. La trasmissione dei comandi si avvale di un sistema radiocomandato.

Era dai tempi del Giubileo del 2000 che non veniva compiuta un’operazione del genere. In quell’occasione le fasi vennero distribuite nell’arco di tre anni mentre adesso, grazie alla determinazione dell’attuale amministrazione dell’Opera della Metropolitana, si sono compiute in tre mesi.