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Vaccina la moglie, medico del carcere nel mirino

L'Asl Toscana nord ovest ha aperto un'indagine interna. La donna è stata vaccinata furoi dal penitenziario. L'intervento del garante dei detenuti

Un medico in servizio presso il presidio sanitario allestito nel carcere delle Sughere è accusato di aver somministrato di nascosto alla moglie una dose del siero anti-Covid Moderna durante la vaccinazione del personale penitenziario, classificato fra le categorie con priorità.

L'Asl Toscana Nord Ovest ha aperto un'indagine interna per fare chiarezza l'episodio, confermato all'agenzia Ansa dal direttore della casa di pena Carlo Mazzerbo.

La vicenda è venuta alla luce dopo due email anonime inviate ai vertici del carcere e dell'Asl e al garante dei detenuti della Toscana Giuseppe Fanfani, a cui erano allegate le copie dei moduli di consenso informato firmati dal medico e dalla consorte. In una mail è specificato che la dose del vaccino sarebbe stata inoculata alla donna al di fuori del carcere.

Il garante dei detenuti ha inviato una richiesta di chiarimenti al Provveditorato dell'amministrazione penitenziaria della Toscana e alla direzione del Servizio sanitario regionale per appurare se la dose iniettata alla moglie del dottore è stata sottratta a quelle destinate ai detenuti. "Se confermato sarebbe un atto di malcostume di rilevante gravità sotto il profilo etico - ha dichiarato Fanfani - e avrebbe anche una rilevanza penalistica in relazione alla quale si attende la valutazione della magistratura competente".

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