Cultura

​La borsa veggy fatta con le mele

Dai velluti per la casata dei Medici alle borse vegane, il Museo del tessuto di Prato si propone come luogo della conservazione e dell’innovazione

Nel servizio firmato Lucia Buffo per la rubrica di approfondimento del Tg2, Costume e Società in onda tutti i giorni, un viaggio attraverso la storia del tessuto in compagnia della direttrice del museo Daniela Degli Innocenti. 

Il Museo del Tessuto di Prato offre un’ampia collezione di base dai reperti archeologici rinvenuti nelle sepolture, ai giorni nostri: tessuti antichi e paramenti sacri, velluti, tessuti figurati, tovaglie perugine, damaschi, lampassi e moduli decorativi che testimoniano i momenti più significativi dello sviluppo delle manifatture europee dal XIII al XX sec.; tessuti e manufatti ricamati (XV - XX sec.); tessuti e abiti etnici: raccolta di tessuti provenienti dall’India, dall’Indonesia e dallo Yemen, dall’America centrale e meridionale, da Cina e Giappone; Campionari pratesi dall’Ottocento a oggi; bozzetti e tessuti d’artista: comprendono esemplari realizzati da artisti della prima metà del Novecento (Raoul Dufy e Thayaht) e contemporanei (Giò Pomodoro e Bruno Munari), che hanno trovato nel tessuto una forma espressiva della loro creatività ma anche abiti, accessori e figurini. Infine i macchinari: telai manuali, follatrice, macchina battitora, strumenti di preparazione alla tessitura, come filatoi, incannatoi, orditoi.

Il museo ospita anche un laboratorio specializzato nella conservazione dei tessuti e nello studio per l’innovazione. La responsabile del settore contemporaneo del museo, Laura Fiesole, mostra una borsa realizzata dalla lavorazione degli scarti alimentari derivati dalla lavorazione della mela con cui si realizza un materiale simil pelle ma rigorosamente vegana, come quello ottenuto dal cactus ed ecosostenibile. 

Oggi il museo è soggetto a chiusura temporanea a causa delle restrizioni per il contenimento della pandemia.