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Attualità mercoledì 29 luglio 2020 ore 17:15

Covid e bagni al mare, sì ma lontano dalle foci

Meglio stare lontano da foci di fiumi. Le regole per le piscine. Ecco i risultati del tavolo di lavoro di Cnr-Irsa, Iss e Ospedale Sacco di Milano.



FIRENZE — Tuffi al mare o al lago a prova di infezione è possibile ma è meglio stare "lontani da foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali, che in genere sono i veicoli principali di contaminazione batterica e virale, a causa dell'insufficiente depurazione o di scarichi illegali". 

I regolamenti disposti da Governo e Regioni per l'accesso e l'utilizzo di spiagge e piscine sono rigorosi, il dubbio che in acqua il contagio sia possibile si insinua però ugualmente.

A sottolinearlo è lo scienziato del Cnr Vito Felice Uricchio dell'Istituto di ricerca sulle acque, l'istituto che siede al tavolo istituito con l'Iss e l'ospedale Sacco di Milano per studiare e valutare i possibili rischi da contagio di SarsCov-2 legati agli impianti idrici.

"Dagli studi condotti emergono risultati rassicuranti, che mostrano come il virus venga annientato dagli impianti di depurazione: le acque a valle ne risultano prive. Inoltre, la vitalità del virus risulta del tutto trascurabile già all'ingresso nei depuratori", assicura il ricercatore.

Uricchio spiega che "l'incapacità del materiale genico (Rna) del Sars-CoV-2 di riprodursi autonomamente offre inoltre qualche garanzia sulla ridotta efficienza dell'acqua quale possibile vettore di infezione. Pertanto, in riferimento alla balneabilità del mare e dei laghi, il rischio correlato alla potenziale contaminazione da acque reflue o escreti infetti diffusi da imbarcazioni ha scarsa rilevanza, sebbene per maggiore garanzia - avverte il ricercatore - sia sempre consigliabile bagnarsi lontani da foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali, che in genere sono i veicoli principali di contaminazione batterica e virale, a causa dell'insufficiente depurazione o di scarichi illegali".

Anche nelle piscine le raccomandazioni sono le solite. "La probabilità di contrarre infezioni e malattie in piscina è in genere dovuta a rilasci di feci, liquidi biologici (urina, saliva, muco, sebo, sudore), capelli, cellule epiteliali e annessi cutanei da parte dei bagnanti, che rendono plausibile la presenza di organismi patogeni" afferma Uricchio.

 "Tutte le piscine, anche di piccole dimensioni, gonfiabili e fuori terra -sottolinea il ricercatore del Cnr- devono essere opportunamente sanificate e disinfettate per evitare la proliferazione batterica e virale, specie nelle giornate più calde".

"È utile assicurare il ricircolo di acqua con un filtro per 12-18 ore al giorno, una disinfezione anche a base di cloro o di ozono, piccole dosi di alghicidi e chiarificatori, massima attenzione alla pulizia della vasca e delle zone circostanti: la stagnazione dell'acqua può essere infatti dannosa per i fruitori ma anche per i materiali degli impianti" spiega ancora. 

"Il corretto funzionamento e un'adeguata disinfezione assicurano la totale inattivazione dei patogeni in generale, Coronavirus incluso. È raccomandato comunque -conclude Uriccio- evitare contatti ravvicinati, assembramenti, mantenendo la distanza di almeno un metro, e non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani".


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