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Politica sabato 25 agosto 2018 ore 14:30

Centrodestra: tanti nomi per sostituire Rossi

"Candidato unico" è la parola d'ordine per vincere in Toscana ma gli aspiranti governatore tra Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia sono molti.



FIRENZE — Con la recente vittoria alle amministrative di giugno a Pisa, Siena e Massa, il centrodestra in Toscana adesso amministra in sette capoluoghi su dieci.

Cambiare il colore politico della Regione dal rosso antico al verde azzurro è oggi quindi possibile e gli uomini e le donne di Salvini, Berlusconi e Meloni stanno già scalpitando per conquistarsi la candidatura a governatore della Toscana.

Al netto dell'eventualitá, al momento remota, che l'alleanza a livello nazionale fra M5S e Lega venga riproposta a livello locale, tutti i partiti del centrodestra sono concordi che, per vincere in Toscana, servirà un candidato unico di coalizione, un politico di nuova generazione che rompa con il passato e sappia governare il cambiamento. Un profilo che la Lega, forte dei numeri e dei sondaggi positivi, ha da tempo precisato di avere: Susanna Ceccardi, la "leonessa verde" che per prima in Toscana ha conquistato una storica roccaforte rossa, il Comune di Cascina, sede un tempo di una scuola quadri del Partito Comunista. Protagonista dei talkshow nazionali e dei social, citata e twittata spesso dal suo segretario Salvini, la giovane sindaca provò ad entrare in Regione nel 2015 ma un altro Salvini le sbarrò la strada. Fu eletto infatti Roberto Salvini "da Ponsacco" che, sul quel cognome, ottenne una valanga di preferenze. Nel palazzo di via Cavour a Firenze la Susanna salì comunque ma come assistente del leghista Borghi, candidato governatore contro Enrico Rossi.

Se fino a poco tempo fa la Lega era unita sulla candidatura di Susanna Ceccardi, oggi si fanno anche altre ipotesi. Il segretario regionale Manuel Vescovi, oltre alle sue aspirazioni personali, spingerebbe per Massimiliano Baldini, ex forzista ora leghista, candidato sindaco di Viareggio nel 2015. La Ceccardi verrebbe dirottata verso il Parlamento europeo.

Ma ci sono anche altri aspiranti governatori, in quota o odor di Lega e graditi anche agli altri partiti della coalizione, che stanno sondando il terreno. Sono sindaci-simbolo delle amministrazioni di destra in Toscana. Il primo cittadino di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna (eletto nel 2016) e quello di Capoliveri Ruggero Barbetti, uomo di riferimento dello scomparso Altero Matteoli, candidato prescelto dal centrodestra per le politiche 2018 fino al giorno della morte dell'ex ministro e poi lasciato all'Elba dai vertici regionali di Forza Italia.

In questo quadro gli esponenti azzurri toscani non stanno certo a far da spettatori. Gli aspiranti al palazzo del Pegaso non sono pochi. Tra tutti  Marco Stella, fiorentino vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana e Deborah Bergamini, giornalista, parlamentare dal 2008 e per anni nel cosiddetto "cerchio magico" di Berlusconi insieme a Francesca Pascale, Mariarosaria Rossi, Alessia Ardesi e Giovanni Toti. 

Due nomi, quelli di Stella e Bergamini, molto sponsorizzati da Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo, ai quali si potrebbero aggiungere anche quelli di Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzoeletto nel 2015, e di Massimo Mallegni, ex sindaco di Pietrasanta, neo senatore vincente nello scontro diretto con Andrea Marcucci, il capogruppo Pd in Senato "turborenziano" peraltro papabile candidato governatore del centrosinistra per la Toscana nel 2020.

C'è poi la terza gamba del centrodestra - la quarta, quella dell'ex ministro Lupi in Toscana - con consensi da prefisso telefonico: Fratelli d'Italia. Paolo Marcheschi, consigliere regionale subentrato a marzo a Giovanni Donzelli, eletto deputato, potrebbe infatti giocare le sue carte. Marcheschi é giá stato eletto in Consiglio regionale nelle fila di Forza Italia nel 2010 a seguito dell'opzione di Stefania Fuscagni per la circoscrizione regionale. Nel 2012 ha aderito al gruppo Fratelli d'Italia, del quale è stato vicepresidente e tesoriere. Il partito di Giorgia Meloni potrebbe quindi puntare su di lui per le sue competenze tecniche, rivendicando anche il successo di Alessandro Tomasi, eletto sindaco l'anno scorso nel "soviet" di Pistoia, e in parte anche quello, clamoroso, di Michele Conti a Pisa, consigliere comunale di Alleanza Nazionale dal 1994 al 2005.

Come detto in Toscana si voterà per le regionali nella primavera 2020 salvo dimissioni dell'attuale governatore Enrico Rossi se dovesse candidarsi alle Europe nel 2019. In quel caso la Regione andrebbe al voto nell'autunno dello stesso anno ma, in sette o in venti mesi, in politica può succedere di tutto e magari il candidato presidente sarà un big calato da un'altra regione. 

Il centrodestra può attendere.


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