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Lavoro sabato 21 gennaio 2023 ore 17:00

Crisi aziendali, Toscana modello di resilienza operaia

Migliaia di lavoratori licenziati si sono attivati negli ultimi anni per mantenere la produzione fino a proporsi per rilevare il sito industriale



FIRENZE — Sono quasi 15.000 i lavoratori toscani coinvolti in una crisi aziendale sulle 60 aperte in Regione Toscana, un quadro preoccupante se non fosse che la Toscana da alcuni anni svolge un ruolo di laboratorio di idee sulle vertenze più clamorose.

Hanno accusato la botta, hanno stretto la cinghia e si sono attivati con strumenti mai adottati in precedenza come la comunicazione social, ed alla protesta di piazza hanno accompagnato la creazione di cooperative e società pronte a rilevare il sito e far partire la produzione dal basso.

L'ultima grande vertenza è quella della Gkn di Campi Bisenzio che in un giorno d'estate ha visto licenziare l'intero blocco operaio, oggi si chiama Qf ma nonostante l'acquisizione da parte di un imprenditore noto per aver risolto crisi aziendali, la reindustrializzazione è in stallo  e ci sono gli operai che hanno costituito una società di mutuo soccorso e la Regione Toscana che ha attivato lo scouting per trovare investitori.

Prima di Gkn ci sono state la Seves che aveva raccolto la straordinaria eredità della Saivo poi Fidenza Vetroarredo, dai bicchieri più amati dagli italiani ai mattoni in vetro degli archistar, entrambi prodotti di largo consumo e la Bekaert di Figline. In entrambe le vertenze gli operai si sono organizzati, hanno protestato ed avanzato proposte di ogni tipo per conservare l'azienda ed il sito produttivo. Sullo stabilimento del Sodo è stato messo un vincolo industriale, l'azienda è scomparsa ma è arrivata Leo France, mentre parte dei lavoratori ex Bekaert sono finiti nella Laika. 

Uno degli ultimi casi limite è quello del Panno del Casentino "una situazione complessa di stallo in cui era precipitato l’immobile e che aveva determinato l’apertura di una procedura di licenziamento collettivo” che ha rischiato di far cessare la produzione e attraverso lo zampino di Gucci si è rivelata la sorpresa della moda del futuro a Pitti. 

In Toscana oggi, a Gennaio 2022, sono 60 i tavoli aperti, 22 i casi risolti, 9 quelli in transizione, e coinvolgono 14mila 700 lavoratori. 

Valerio Fabiani, consigliere per lavoro del presidente Eugenio Giani, ha presentato un quadro aggiornato alla commissione Sviluppo economico presieduta da Ilaria Bugetti. 

I tavoli aperti in Toscana trattano, prevenzione, crisi e reindustrializzazione, quindi c'è dentro tutto “Le attività di prevenzione e di rilancio dell’attività produttiva hanno fatto aumentare il numero dei tavoli aperti, ci sono anche i casi che consideriamo risolti perché una vertenza non finisce mai”.

Altre vertenze aperte sono la Ex Alival a Ponte Buggianese in provincia di Pistoia “Dopo mesi di una trattativa serrata si è arrivati ad un accordo con tutte le sigle sindacali e adesso c’è un lavoro per tentare la reindustrializzazione del sito; su questo fronte c’è la disponibilità di Lactalis di farsi carico in quota parte di questo processo”. 

Bekaert è ancora un caso aperto, sui 110 lavoratori licenziati, 24 sono ancora da ricollocare e manca la reindustrializzazione dell’area. 

Il settore siderurgico conta il maggiore numero di lavoratori in crisi da Piombino, Massa Carrara, in particolare con Sanac, fino alla ex Gkn di Campi Bisanzio, oggi Qf.

"Tra le vertenze aspre risolte con successo - ha aggiunto Fabiani - un esempio su tutto la Oma, acquisita dal gruppo Laer, mentre strumenti di sostegno di progetti di workers buyout sono l’IVV di San Giovanni Valdarno mentre sull’acquisizione della Handling di Toscana aeroporti è stato sottoscritto un buon accordo  che tutela tutta la forza lavoro adesso c’è la messa terra di quell’accordo”. 

Tra gli interventi dei consiglieri regionali Anna Paris, Irene Galletti, Vittorio Fantozzi, Elena Meini è stata evidenziata la necessità di incentivare gli investitori privati a scegliere la Toscana non solo come luogo di insediamento di nuovi brand e aziende ma anche per recuperare l'eredità di quelle già presenti. Bugetti ha sottolinreato “Un rapporto da sviscerare è quello con le multinazionali e con i fondi di investimento perché se questo rapporto in alcuni momenti ha rappresentato per noi una grande ricchezza e posti di lavoro, adesso occorre capire le misure da mettere in piedi per tutelare chi subisce comportamenti non corretti”. Infine, “un tema che mi sta particolarmente a cuore è quello del reinserimento lavorativo per chi ha denunciato ed è uscito dallo sfruttamento lavorativo”.


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