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Attualità giovedì 02 aprile 2020 ore 18:35

Pandemia, i morti Covid sono il doppio

operatore sanitario con la mascherina e la tuta anticovid

L'istituto Cattaneo ha confrontato i decessi del 2020 con quelli avvenuti nello stesso periodo dal 2015 al 2019. E i conti non tornano



FIRENZE — Secondo i dati ufficiali trasmessi dai governi e aggiornati a ieri, primo aprile, le persone contagiate dal Covid in 180 Paesi del mondo sono complessivamente 870mila e i morti oltre 43mila. L'Italia ha registrato finora il maggior numero di decessi, circa 13mila. Tuttavia fin dall'inizio sono emersi almeno due difetti di base in queste rilevazioni: l'elevato numero di persone che muore al di fuori delle strutture ospedaliere e alle quali non viene fatto il tampone per il coronavirus; l'impossibilità di distinguere, almeno fino ad oggi, fra tutte le persone risultate positive e decedute, quelle uccise effettivamente dal virus e quelle morte per altre malattie di cui soffrivano da anni.

Un elemento attendibile di chiarezza arriva dall'Istituto Cattaneo di Milano che ha svolto una ricerca su 1.080 Comuni italiani, confrontando i decessi avvenuti dal 21 Febbraio al 21 Marzo 2020 e confrontando questo dato con i decessi avvenuti nello stesso periodo dell'anno e negli stessi Comuni dal 2015 al 2019. 

Il risultato disegna un quadro sconcertante: dal 21 Febbraio al 21 Marzo, i pazienti positivi al covid ufficialmente deceduti in Italia sono stati 4.825 ma facendo la differenza fra il numero complessivo di decessi registrati in Italia nello stesso periodo e la media di quelli registrati dal 2015 al 2019 si scopre che quest'anno sono morte 8.740 persone in più.

"Quindi anche sotto un assunto di massima prudenza, il numero di decessi riconducibili al coronavirus in Italia risulta comunque il doppio di quello ufficiale comunicato dalla Protezione civile nazionale - spiega l'Istituto Cattaneo - E' plausibile quindi che i decessi aggiuntivi rispetto alla media degli ultimi anni e non attribuiti al covid riguardino persone morte a casa e sulle quali non è stato effettuato alcun tampone".

Non solo: l'analisi dell'Istituto Cattanei evidenzia anche che l'impatto del coronavirus si è diffuso in modo difforme sul territorio italiano. E' sicuramente più alto in Lombardia ed Emilia Romagna, tuttavia incrementi di mortalità ufficialmente non attribuiti al virus ma superiori alla media dei decessi dal 2015 al 2019 si rilevano anche in altre regioni, comprese quelle del Sud Italia.

La ricerca dell'Istituto Cattaneo conferma anche che il coronavirus è più letale per gli uomini che per le donne ma soprattutto nel nord Italia, con un picco in Trentino Alto Adige dove gli uomini positivi al test e deceduti sono il doppio delle donne. Nelle regioni del centro Italia come la Toscana invece, dove la diffusione del contagio è più contenuta, le differenze sono assai meno rilevanti: secondo gli ultimi dati diffusi dall'Agenzia regionale di sanità, in Toscana gli uomini deceduti col covid rappresentano il 55 per cento del totale delle vittime.


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