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Cronaca giovedì 05 maggio 2016 ore 11:30

Estorsione e usura, confiscati case e terreni

Le investigazioni inchiodano l'usuraio. Sorveglianza speciale per tre anni e divieto di dimora nelle province di Livorno e Pisa



LIVORNO — Ad inchiodarlo sono state le intercettazioni telefoniche, i lunghi pedinamenti e una evidente sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio immobiliare acquisito. F.M. di origine calabrese e residente da anni a Castagneto Carducci, era da molti anni attivo sul territorio della provincia di Livorno nella veste di usuraio, ruolo che gli ha consentito di accumulare un ingente patrimonio, soprattutto immobiliare. I carabinieri e i finanzieri di Livorno hanno oggi dato esecuzione ad un provvedimento emesso dal tribunale labronico con il quale è stata disposta nei confronti dell'uomo l’applicazione della misura di prevenzione personale e  il sequestro e la contestuale confisca di 29 unità immobiliari

Nel 2015, era già stato messo agli arresti domiciliari e poi in carcere per usura, ma già a partire dagli anni 60 era stato condannato per porto abusivo e detenzione illegale di armi, sequestro di persona, estorsione, ricettazione e lesioni personali. Più volte tratto in arresto e indagato in numerosi procedimenti penali, sia in Italia che nella Repubblica di San Marino (anche per associazione a delinquere, usura, ricettazione, riciclaggio, violazione di domicilio, minaccia, lesioni personali, molestia e disturbo alle persone), è stato condannato di recente dal tribunale di Livorno (il 10 luglio 2015) alla pena di 4 anni per un’ipotesi di usura.

Parallelamente, i militari della guardia di finanza hanno appurato, sotto un profilo patrimoniale, un’evidente sproporzione tra i redditi (anche cospicui) dichiarati dal soggetto  con il patrimonio immobiliare acquisito, in parte intestato formalmente a uno o più figli.

Gli inquirenti presumono che gli investimenti immobiliari effettuati dallo stesso, senza mai accendere un mutuo o richiedere finanziamenti, siano avvenuti attraverso i proventi derivanti dalle attività criminose. Il soggetto, infatti  gestiva ufficialmente dal 2000 un’attività agricola, ma  con redditi irrisori. Eppure aveva diversi conti bancari aperti nei quali versava cifre da capogiro: In otto anni, tra il 2005 e il 2013 sono stati registrati versamenti di 1,6 milioni di euro in contanti (in Italia) e versamenti per oltre 1,5 milioni di euro in un istituto di credito a San Marino.

Sulla base dei presupposti di natura personale e reale, il Tribunale ha disposto nei confronti di F.M. la misura della “sorveglianza speciale” notificata dai finanzieri e dai carabinieri, per la durata di tre anni e il divieto di soggiorno nelle province di Livorno e Pisa, fatta eccezione per il Comune di residenza, Castagneto Carducci; e il sequestro e la contestuale confisca di 29 unità immobiliari del valore complessivo di circa 4 milioni di euro:

in particolare si statta di 13 appartamenti6 terreni, 5 autorimesse, un fabbricato ad uso industriale, un magazzino, un locale uso stalla, due unità adibite a corte comune, ubicate nei Comuni di Castagneto Carducci San Vincenzo, Cecina e Campiglia Marittima.

Tra gli immobili sottoposti a sequestro un immobile con annesso terreno dalla superficie di 16mila metri quadri nel Comune di Cecina, acquistato all’asta, il cui valore venale medio si attesta intorno ai 500mila euro; un capannone industriale a Castagneto Carducci, acquistato all’asta, il cui valore di mercato può sfiorare i 400mila euro; un terreno (adibito a Stazione di servizio per carburanti) dalla superficie di 1.300 metri quadri; un appartamento, con annesso terreno di 1.800 metri quadri, ubicato nelle campagne di Castagneto Carducci, dal valore di circa 700mila euro, acquistato nel 2009 per 180mila euro.

In relazione al caso la guardia di finanza ha contestato nei confronti di un notaio e di quattro responsabili di istituti di credito e uffici postali omesse segnalazioni di operazioni sospette per circa 340mila euro. Tali soggetti avrebbero dovuto segnalare all’unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, le predette operazioni, anche per consentire agli organi investigativi di avviare celermente le successive attività d’indagine.


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Operazione congiunta carabinieri - guardia di finanza
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