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Attualità lunedì 22 maggio 2023 ore 16:05

Lutto in Toscana, addio al partigiano centenario

Giorgio Mori, classe 1923, partigiano nella Brigata Garibaldi Gino Menconi aveva ricoperto il ruolo di presidente dell'Anpi provinciale Massa Carrara



MASSA CARRARA — La Toscana piange la scomparsa del partigiano Giorgio Mori, classe 1923, partigiano nella Brigata Garibaldi Gino Menconi e già presidente dell'Anpi provinciale di Massa Carrara.

“Oggi con grande tristezza, ma con immensa gratitudine, salutiamo un uomo che insieme a tanti altri partigiani e partigiane scelse di stare dalla parte giusta della storia e ci ha consegnato un Paese libero e democratico, sconfiggendo la dittatura nazifascista” così l’assessora alla cultura della Memoria Alessandra Nardini ha espresso cordoglio per la scomparsa a 100 anni di Giorgio Mori. “Il suo esempio, ispirato agli ideali di libertà, uguaglianza, giustizia sociale, antifascismo, ci richiama ancora una volta a tenere saldo il nostro impegno per difendere e promuovere la cultura della Memoria, a partire dalle giovani generazioni. Non permetteremo che quella storia che Giorgio Mori ha contribuito a scrivere prima e a raccontare poi venga mai negata o riscritta”.

L'Anpi in una nota "Ciao Giorgio. Una vita lunga, ma ci mancherai tanto. La settimana è iniziata con la notizia che non avremmo mai voluto ricevere: ieri sera ci ha lasciati Giorgio Mori, nato a Carrara nel 1923, partigiano combattente. A Gennaio aveva compiuto 100 anni: abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo a lungo e forse per questo ci manca già! Una vita incredibile la sua, che ha vissuto sulla propria pelle la dittatura e le discriminazioni. Alla fine del 1943 non ebbe esitazioni a salire ai monti con le prime formazioni partigiane, partecipò a numerose azioni, rischiando ogni volta la vita. Negli ultimi giorni di guerra fu protagonista della cattura di centinaia di soldati nazisti. Un eroe, insomma. Ma dopo la Liberazione non riuscì a trovare lavoro a Carrara e fu costretto ad emigrare con la moglie e il figlio. Dalla fine degli anni Quaranta e per tre lustri ha lavorato in Belgio nelle miniere di carbone. Al ritorno è iniziata ancora un'altra Resistenza: quella di testimoniare a tutti la necessità di costruire una società diversa, fatta di diritti e di conquiste sociali. Migliaia gli studenti che hanno potuto confrontarsi con lui in centinaia di incontri.Ciao Giorgio e grazie di tutto quello che hai fatto per noi! Oggi piangiamo la tua partenza, da domani proveremo a continuare la tua Resistenza".


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