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Attualità giovedì 29 giugno 2023 ore 12:25

I lampioni a led tengono svegli gli alberi

Una delle piante oggetto della sperimentazione
Una delle piante oggetto della sperimentazione
Foto di: Unipi.it

Su platani e tigli di città l'illuminazione a led induce modificazioni sul sonno invernale e sulla fotosintesi. Lo studio pionieristico toscano



PISA — Per i platani di città la ninna nanna d'autunno arriva con un ritardo di almeno due mesi e sia per loro che per i tigli anche la fotosintesi subisce modificazioni se le piante sono esposte all'illuminazione dei lampioni a led: è quanto emerge da uno studio pionieristico tutto toscano, condotto dall’Università di Pisa e pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment

La ricerca ha preso in esame due specie ampiamente utilizzate negli ambienti urbani ovvero il platano comune (Platanus acerifolia) e il tiglio nostrale (Tilia platyphyllos). L'obiettivo era quello di valutare le conseguenze della presenza dell'illuminazione a led sui processi fisiologici e biochimici delle due specie.

Ebbene: i risultati hanno evidenziato un ritardo di circa due mesi dell’inizio della dormienza invernale, vale a dire il riposo che permette alle piante di superare in condizione di sonno la stagione avversa, ma solo per i platani che infatti, da questo punto di vista, risultano più sensibili all’illuminazione notturna rispetto ai tigli.

Per entrambe le specie, invece, è emerso che le foglie mature degli alberi hanno un tasso di assimilazione di CO2 inferiore all'alba: colpa, secondo i ricercatori, di una sorta di temporaneo 'effetto hangover', dato che la pianta a causa dell’illuminazione ha fotosintetizzato durante le ore notturne.

La sperimentazione condotta al Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Ateneo pisano dai ricercatori e docenti Lucia Guidi, Marco Landi, Giulia Lauria, Ermes Lo Piccolo, Rossano Massai e Damiano Remorini ha riguardato, per ciascuna specie, 15 esemplari: 5 hanno costituito il gruppo di controllo e 10 invece sono stati illuminati a led a circa 2 metri da terra (30 centimetri dalla chioma). L’osservazione ha quindi riguardato le foglie in tre stadi fenologici (giovani, mature, senescenti).

Alcuni alberi insomma sì si adattano all'ambiente urbano non senza conseguenze: “L'illuminazione dei lampioni disturba i processi fisiologici naturali e i ritmi circadiani di tutti organismi viventi, compresi i 'cittadini verdi' che popolano le nostre strade”, spiegano Marco Landi, ricercatore presso l’Università di Pisa ed Ermes Lo Piccolo, a Pisa quando è stato fatto lo studio e ora ricercatore presso l’Università degli Studi di Firenze.

Come ricorda la ricerca, attualmente ci sono circa 326 milioni di lampioni nel mondo, e il numero salirà a 361 milioni entro il 2029, il che rappresenta un grave problema per il consumo energetico. Se una soluzione può essere l'utilizzo dei lampioni a led, è però necessario capirne gli effetti sugli alberi, poiché questa tecnologia ha uno spettro luminoso diverso, con un picco nelle regioni blu e rosse, rispetto ad esempio alle vecchie lampade, che hanno un picco nella regione giallo-rossa.

“Il nostro studio – conclude il professor Damiano Remorini dell’Università di Pisa - rappresenta un primo passo in questo senso, l’obiettivo è di fornire indicazioni utili dal punto di vista della sostenibilità e della vivibilità di tutti gli organismi viventi nelle nostre città”.


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