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Attualità giovedì 03 novembre 2016 ore 12:07

Pisa ricorda l'alluvione di cinquanta anni fa

Tantissime le iniziative in programma da venerdì a domenica per ricordare quanto accadde anche a Pisa col cedimento di lungarno Pacinotti



PISA — Alluvione 1966-2016: continuano le iniziative per ricordare i 50 anni da quel tragico evento che è rimasto impresso nella memoria collettiva. Venerdì 4 novembre, giorno dell’anniversario, alle 17 in Sala delle Baleari la commemorazione ufficiale con la partecipazione degli Angeli del Fango e dei paracadutisti della Folgore che furono impegnati nell’opera di salvataggio dei beni culturali e nell’aiuto alla popolazione.

A Palazzo Gambacorti la mostra fotografica “Festival Arno” a cura di Unicoop. Al Bastione Sangallo, nell’ambito del convegno “Bellezza e Civitas”, la testimonianza dell’Architetto Franco Zagari angelo del fango. 

Sabato 5 e domenica 6 novembre al Verdi la prima nazionale de “Il filo dell’acqua. L’alluvione, le alluvioni” di Francesco Niccolini (tre spettacoli: sabato matinèe per le scuole alle 10, replica sabato e domenica alle 21). 

Sempre sabato 5 e domenica 6 novembre dalle 10 alle 16, in occasione dell’apertura straordinaria delle Mura, in piazza delle Gondole la mostra fotografica “L’Arno e la Piazza, l’alluvione del 1966”.

A Palazzo Blu continua la mostra fotografica “4 novembre 1966 l’alluvione a Pisa” con le immagini dell’archivio Frassi di Giuseppe Meucci e Stefano Renzoni. 

L'alluvione del 4 novembre del '66, iniziata nelle prime ore del giorno a seguito di un'eccezionale ondata di maltempo, fu uno dei più gravi eventi alluvionali accaduti in Italia, e causò forti danni non solo a Firenze ma in gran parte della Toscana e, più in generale, in tutto il paese. 

Pisa non fu risparmiata dalla furia dell'Arno, anche se i danni riportati dai pisani furono inferiori rispetto a quelli del territorio fiorentino. A Pisa alle 18 le acque dell'Arno cominciarono a tracimare dalle cateratte e dalle paratie e sacchetti di sabbia posti sugli argini. 

Ad operare, a quel punto, fu il Genio dell'Esercito, che fece saltare con il tritolo l'argine del fiume a monte della città, furono rotti gli argini a San Donato, allagando le campagne e devastando ampie zone della città. 

Nove giorni dopo a sbriciolarsi, il 13 novembre 1966, sotto l'ira delle acque, fu il Ponte Solferino. E nel febbraio dell'anno dopo, a causa della pressione subita, fu tutto il lungarno Pacinotti a cedere.


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