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Attualità venerdì 14 aprile 2017 ore 14:30

Sanità, una vertenza contro rischi privatizzazione

Lo ha detto il segretario generale nazionale dello Spi Cgil Ivan Pedretti, durante il convengo "Il paziente è sempre al centro?" organizzato a Firenze



FIRENZE — C'è bisogno di aprire una nuova vertenza sulla sanità, perché è in atto da tempo il rischio di una sorta di privatizzazione sanitaria che crea disuguaglianze tra i cittadini. E' la sintesi del convegno organizzato da Spi-Cgil a Firenze intitolato "Il paziente è sempre al centro? Universalismo fra passato e al futuro".

"Questo non corrisponde alla Costituzione che riconosce quello alla salute come un diritto, al di là del reddito e delle condizioni sociali che si hanno", ha detto il segretario generale nazionale dello Spi Cgil Ivan Pedretti

Presente anche la segretaria generale dello Spi Cgil Toscana Daniela Cappelli che ha aperto l'incontro, al quale hanno partecipato anche Ivan Cavicchi (docente Università Tor Vergata), la segretaria generale della Cgil Toscana Dalida Angelini, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e il segretario generale nazionale dello Spi Cgil Ivan Pedretti.

"Abbiamo un sistema che fin qui è stato universalistico e solidale a prevalente gestione pubblica - ha detto Cappelli. La situazione di riferimento di oggi è quella che conosciamo. Si è ridotto nel tempo il finanziamento dello Stato non in ragione di una spesa fuori controllo, ma nell'intento di una ridefinizione dell'intervento pubblico. L’obiettivo evidente è stato quello di affossare il modello di welfare che deriva dalla Costituzione a favore di un ruolo dominante del sistema assicurativo e delegando al mercato le risposte ai problemi socio assistenziali e anche sanitari. A questo si aggiunge il quasi totale azzeramento dei fondi per le politiche sociali".

"Quanto alla Toscana, ritengo che la delibera 239 del marzo scorso, oltre a non rispettare quanto previsto per le sperimentazioni regionali (passaggio dal Consiglio e confronto con le Organizzazioni sindacali) sia inaccettabile alla luce anche dell’accordo sottoscritto a gennaio 2016 e pericolosa, se la guardo in prospettiva di difesa del Servizio sanitario regionale. Nello specifico la delibera prevede la possibilità di progetti di sperimentazione gestionale per l’integrazione delle competenze gestionali e professionali, e la collaborazione fra pubblico e privato, in particolare il privato no-profit. Si cita testualmente che “Le aziende sanitarie, al fine di introdurre nell'organizzazione delle prestazioni elementi di innovazione, economicità ed efficienza, possono, previa sperimentazione, attivare rapporti in forma societaria o convenzionale con soggetti privati” e le sperimentazioni gestionali riguardano: a) Creazione di partnership pubblico-private (con previsione di nascita di specifiche società) destinate allo svolgimento di compiti diretti di tutela della salute; b) Deroghe alla modalità ordinaria di erogazione dei livelli essenziali di assistenza e de relativi finanziamenti".


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