Attualità lunedì 27 luglio 2020 ore 17:16
Crisi Covid, l'industria toscana non rifiata
Profondo rosso anche nel terzo trimestre del 2020 nell'area di Prato-Lucca-Pistoia. E nel resto della regione le cose non vanno meglio
PRATO — Non è una sorpresa, è una riconferma: anche nel terzo trimestre dell'anno terribile del Covid-19 la produzione industriale nella Toscana centrale è profondamente in crisi a causa dei mesi di "lockdown" per l'epidemia di Covid. Una situazione certificata dai numeri resi noti da Confindustria Toscana Nord secondo cui la produzione ha segnato nel secodno trimestre una contrazione del -20,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019.
Le cose variano da provincia a provincia ma il segno meno resta comunque. Peggio di tutti Prato che segna -33,9 per cento: la moda e il tessile, che qui sono di casa, è stata fortemente colpita a -36,3 per cento nell'ultima rilevazione. A Pistoia il dato generale segna -17,3 per cento mentre a Lucca -12,7 per cento: qui, nel terzo trimestre, la cartotecnica ha segnato una contrazione del 12,4 per cento.
Preoccupante anche il dato sugli ordini, in forte contrazione.
Sempre secondo Confindustria Toscana Nord, un confronto con il precedente 'periodo nero', quello del 2008-2009, rende l'idea della portata di questa nuova crisi: allora ci fu una contrazione della produzione industriale dell'11,2 per cento a Lucca, del 13,1 per cento a Pistoia, del 18,2 per cento a Prato secondo i dati dell'indagine Unioncamere Toscana, dati relativi all'anno 2009.
Una situazione che, con differenze tra settore e settore, coinvolge tutta la regione. E' di pochi giorni fa il dato che riguarda la pelletteria: in Toscana, rispetto all'anno scorso, nei primi 5 mesi del 2020 la produzione è calata del 46 per cento.
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