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Monitor Consiglio mercoledì 19 aprile 2023 ore 08:25 Spazio a cura dei gruppi politici del Consiglio regionale della Toscana

Concorsi universitari, trasparenza e merito

Giovanni Galli e Andrea Ulmi
Giovanni Galli e Andrea Ulmi

"L'inchiesta sui concorsi universitari ripropone l'ipotesi di un 'baronato' ridotto"



FIRENZE — "Comunque vada a finire la questione che ha portato al licenziamento del direttore generale dell’Auo Careggi Damone e alla sospensione del direttore generale del Meyer Zanobini, lascia tanto amaro in bocca ed interrogativi al momento insoluti, pur non esprimendoci compiutamente sulla vicenda essendo garantisti fino all’ultimo grado di giudizio”. Così i consiglieri regionali della Lega Giovanni Galli e Andrea Ulmi sull’inchiesta dei concorsi universitari di Firenze.

"Non sappiamo dove porterà l’inchiesta - sostengono Galli e Ulmi - ma apre sicuramente ad una riflessione di quanto sta accadendo nella sanità toscana, dove molte professionalità si sentono poco valorizzate a fronte di un sistema di ‘baronato’ che pensavamo molto ridotto rispetto a trenta anni fa e che invece vediamo riproposto in modo ancor più subdolo, ma sicuramente più adeguato ai tempi".

"Prima era una forma di imperio, oggi è un farlo apparire una necessità - proseguono i due rappresentanti della Lega - Occorre, oggi come ieri, che il sistema cambi, che la trasparenza prevalga e, soprattutto, che lo faccia il merito e non l’appartenenza”.

Il problema, dunque secondo i consiglieri Lega è ampio. 

“Da quanto abbiamo letto - commentano Galli e Ulmi - si evidenzierebbero i classici ‘do ut des’, ma, ascoltando quello che dicono i sindacati, e su cui hanno sensibilizzato anche noi consiglieri, c’è anche una problematica che si allarga ed è quella che riguarda gli ospedali, non perché la prassi denunciata dai sindacalisti è che gli universitari che restano fuori dai giochetti delle cattedre universitarie verrebbero riallocati come primari ospedalieri con superamento di quelli che si sono ‘fatti il mazzo’ sul campo che si vedrebbero passare avanti da colleghi che vanno ad occupare, proprio per la loro provenienza, ruoli apicali, visto che per contratto ottengono una direzione di unità operativa, semplice o complessa che sia. Se così fosse è chiaro che si tratterebbe di un fatto grave, che va contro quello che deve essere il principio del merito, ma lo sarebbe oltre che in termini di strutture e di carriera, anche di motivazioni degli stessi medici. Senza contare il danno che questo potrebbe causare al sistema”.

Insomma garanzia per chi è sotto inchiesta, ma una riflessione profonda che, per i due consiglieri della Lega, va comunque fatta.

“Che solo certe pratiche vengano ipotizzate - concludono Galli e Ulmi - è di per sé grave, perché il rischio è che ci troviamo di fonte ad un sistema che le avrebbe considerate e anche tollerate. Perché accanto al lecito, che deve verificare la magistratura, esiste l’aspetto morale, che fa capo alla sfera individuale e dell’opportunità delle stesse. Da qui chiediamo trasparenza e merito”.


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