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Attualità lunedì 26 giugno 2023 ore 19:15

Irpet, economia in crescita ma i toscani si sentono poveri

Il turismo traina la crescita, bene il mercato del lavoro al netto delle difficoltà a reperire personale. L'aumento dei prezzi sfiducia le famiglie



FIRENZE — L’economia toscana resta ancorata su un sentiero espansivo, nonostante i molteplici eventi avversi, lo ha rilevato l’Istituto per la Programmazione Economica della Toscana che ha presentato in Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze il rapporto con gli ultimi aggiornamenti sul quadro macroeconomico regionale. 

Il Pil mostra una dinamica positiva, sebbene in rallentamento rispetto al biennio precedente, e l’occupazione rivela un andamento compatibile con una fase di espansione economica. In corso d’anno si prefigura un’inversione di tendenza sull’inflazione, il cui picco sembra ormai alle spalle. Tuttavia la ripresa necessita di un consolidamento: sia perché i costi della recessione pandemica non si sono ancora del tutto rimarginati, sia perché il rientro dell’inflazione è lento e rischia di alimentare un clima di sospensione sulle prospettive di crescita.

Il presidente della Regione, Eugenio Giani, commenta positivamente gli esiti del rapporto "Sono soddisfatto se penso alla spinta propulsiva che viene dai settori economici nella nostra regione. Da quello del turismo, dai servizi, dalla manifattura che sta volgendo verso l’innovazione e la trasformazione tecnologica. Insomma complessivamente ne risulta un’economia toscana ad un livello più alto di quello che si registra a livello nazionale. La difficoltà – ha proseguito il presidente – è quella di dover affrontare i rallentamenti burocratici che frenano la nostra capacità di investire e non ci consentono di dispiegare appieno quella funzione di volano che auspichiamo si determini sia con il Piano nazionale di ripresa e resilienza sia attraverso l’utilizzo dei fondi europei. In Toscana abbiamo 8.000 progetti che sono stati sostenuti e finanziati. Più del 90% al 31 marzo sono stati sistemati dal punto di vista progettuale. Contiamo quindi di poterli avviare entro la fine dell’anno. E su questo sono ottimista. Abbiamo fornito alle imprese opportunità che non hanno mai avuto. Sono 530 i milioni di euro di Fondi Fesr 2021-27 che da qui ai prossimi 5 anni mettiamo loro a disposizione attraverso i bandi che abbiamo iniziato a pubblicare".

Il direttore dell’Irpet, Nicola Sciclone “Anche per quest’anno ci aspettiamo una crescita e così nel biennio 2024-25, anche se in dimensioni più ridotte. Anche l’andamento del mercato del lavoro è positivo. Ha i tratti tipici di una situazione di espansione economica, con una crescita dei contratti di lavoro a tempo indeterminato. Tuttavia i toscani hanno l’impressione di un peggioramento delle loro condizioni di vita rispetto al passato. E’ il frutto dell’aumento dei prezzi che ha eroso il potere di acquisto delle famiglie, limitando i loro consumi. In sintesi siamo di fronte ad un quadro positivo che è però in attesa di un consolidamento e della definizione di una serie di eventi esterni, come un eventuale ridimensionamento delle risorse del Pnnr, che noi non controlliamo”.

Cosa emerge dal rapporto

Dal rapporto emerge una solida tenuta, nonostante la stretta monetaria, l’inflazione, le incertezze alimentate dal conflitto russo-ucraino, tra cui la crisi dei costi energetici. Il report si sofferma anche sull’impatto che sta producendo il Pnrr e quello che potrà generare il Decreto Lavoro (che contiene anche la riforma del reddito di cittadinanza).

Il rapporto – “Fra ciclo economico, Decreto Lavoro e PNRR, quale congiuntura per le imprese, le famiglie e i territori in Toscana?” - calcola nel 2022 un +4,1% del Pil (a fronte del +3,8% italiano). Per il 2023 è attesa, come nel resto del territorio nazionale, una frenata, ma la stima di un +1,1% conferma una dinamica espansiva, che dovrebbe proseguire con un +1,3% nel 2024 e nel 2025.

A trainare la crescita toscana dello scorso anno sono stati i flussi turistici particolarmente accentuati nella nostra regione. Per sostenere in futuro la dinamica espansiva, sarà centrale continuare a cogliere a pieno le opportunità di investimento del Pnrr e dei fondi europei.

Lavoro

Dal mercato del lavoro arrivano segnali incoraggianti. Sono stati 89mila gli addetti in più rispetto al 2019, ben oltre la metà occupazione stabile con 54mila conversioni da contratti a termine in indeterminato, l’incremento più alto negli ultimi tredici anni. Il saldo è positivo anche nel primo trimestre 2023, in cui gli avviamenti al lavoro hanno superato le cessazioni di 52mila unità, registrando valori superiori agli stessi periodi del 2021, del 2022 e persino del prepandemico 2019. L’aumento riguarda tutti i settori, eccetto il comparto del credito e assicurativo-finanziario.

Il tasso di disoccupazione quest’anno dovrebbe ridursi di un ulteriore 0,1% per attestarsi al 6,0%.

Sui consumi delle famiglie, ha pesato l’inflazione che appare rallentare negli ultimi mesi. Il 2022 ha toccato l’8,1% su base annua. Sono cresciuti soprattutto i prezzi dei beni (+11,9%), molto meno i servizi (+3%). Tra i primi la dinamica più accentuata è stata quella dei beni energetici (elettricità, gas e carburanti) con un aumento medio del 50,9%. Per il 2023 si stima un’inflazione sopra il 5%.

I settori con criticità e la questione del reperimento del personale

Tra gli aspetti più critici il rapporto segnala la flessione della produzione industriale, iniziata a fine anno e accentuatasi nel primo trimestre 2023. L’indice della produzione industriale registra infatti una diminuzione tendenziale dell’1,9% e dello 0,7% su base congiunturale, anche a causa del confronto con un periodo (il primo trimestre 2022) di robusta crescita della manifattura toscana (intorno al 4%) e dell’indebolimento in atto di consumi e commercio internazionale.

Un possibile elemento di freno alla crescita è rappresentato dalla faticosa ricerca di personale. Secondo gli esiti di un questionario sottoposto nelle scorse settimane da Irpet a un campione di imprese manifatturiere e turistiche della Toscana, il 96% di quelle con posti vacanti dichiara di non riuscire a coprire agevolmente i fabbisogni, prevalentemente per mancanza di candidati (48%) e in via minore per qualità della domanda (21%) o dell’offerta di lavoro (31%).

Clima di fiducia, contrazione dei consumi, riforma del reddito di cittadinanza

Sulle dinamiche espansive rischia di incidere anche il peggioramento del clima di fiducia delle famiglie. In base a un’indagine realizzata a inizio giugno, 16 nuclei su 100 si percepiscono poveri, erano 14 l’anno precedente. Ogni 100 nuclei, in 60 dichiarano di arrivare con difficoltà a fine mese: 2 in più di quante non lo dichiarassero nel corso del 2022.

L’indagine segnala inoltre una rinuncia al consumo di alcune tipologie di beni. Il 53% delle famiglie ha fatto fronte all’aumento delle bollette contraendo i consumi. Per i prodotti alimentari, il 61% delle famiglie cerca il prezzo più conveniente, il 37% evita gite e viaggi, il 35% ha rinunciato a spese per mobili e articoli per la casa, mentre il 33% a quelle per ristorazione e tempo libero.

Il report contiene un focus sulle ripercussioni del Decreto Lavoro, che ha riformato il reddito di cittadinanza introducendo due distinte misure (l’Assegno di inclusione e lo Strumento di formazione e lavoro).

Secondo Irpet, la riforma porterà in Toscana una riduzione della platea dei beneficiari pari a 12mila nuclei (-24%) e 37mila individui (-36%). A regime, quando la richiesta per lo Strumento di formazione non potrà essere rinnovata, si ipotizza un dimezzamento dei beneficiari (-55mila individui).

L’attuazione del Pnrr e il suo impatto

Gli investimenti realizzati grazie al Piano produrranno un innalzamento dello 0,8% del Pil regionale e dell’1% dell’occupazione in media annua rispetto ad uno scenario senza Pnrr.

Al 1° giugno 2023, sono 7.976 i progetti Pnrr in attuazione, pari a poco meno di 7,4 miliardi di euro. La quota maggiore di risorse, il 30%, riguarda la Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica). Segue la Missione 4 (Istruzione e ricerca), con il 20% delle risorse complessive, e la Missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, cultura e turismo), che assorbe il 15%. Il 64% è destinato ad investimenti in opere pubbliche, mentre il restante 36% si suddivide fra spesa corrente per beni e servizi e incentivi a imprese o contributi. È la Pubblica Amministrazione, in particolare i Comuni, la principale beneficiaria dei progetti ammessi a finanziamento con il 65% del totale, il 12% è la dotazione di risorse per le imprese. Il restante 23% sono risorse collegate a progetti che fanno capo a società partecipate, concessionari di reti e infrastrutture, consorzi e fondazioni.

La distribuzione territoriale delle risorse riflette peso demografico ed economico dei territori: la Toscana centrale riceve il 72% delle risorse, la Toscana della costa il 19%, le aree interne il 4%, il 5% è destinato ai territori del Sud della regione. La ripartizione è comunque legata anche alla qualità dei progetti che, in prospettiva, favoriranno un riequilibrio del capitale infrastrutturale e una compensazione della tradizionale limitata propensione all’investimento dei territori.


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