Lavoro sabato 26 giugno 2021 ore 18:55
Sindacati in piazza contro i licenziamenti - VIDEO
La fine del blocco generalizzato dei licenziamenti dal 1 Luglio al centro della manifestazione organizzata dai sindacati confederali
FIRENZE — “Ripartiamo Insieme: con il lavoro, la coesione e la giustizia sociale per l’Italia di domani” è lo slogan scelto per la mobilitazione nazionale di Cgil, Cisl, Uil che si è svolta in contemporanea a Firenze, Bari e Torino.
Mentre anche in Toscana si manifesta per i diritti dei lavoratori proprio oggi un uomo ha perso la vita mentre stava guidando un trattore in provincia di Firenze e un altro, in provincia di Arezzo, ha rischiato di amputarsi un arto. Insomma, per i diritti e la sicurezza dei lavoratori c'è ancora molto da fare.
Nel capoluogo toscano sul palco è salito il segretario della Cisl Luigi Sbarra, sono intervenuti anche la segretaria Cgil Toscana, Dalida Angelini, per la Cisl Toscana, Ciro Recce e per la Uil Toscana, Annalisa Nocentini. A Torino è intervenuto il segretario Cgil Maurizio Landini in Piazza Castello, e a Bari il segretario Uil Pierpaolo Bombardieri in Piazza della Libertà.
“Oggi ci mobilitiamo perché il governo torni sui suoi passi e proroghi almeno fino al 31 Ottobre l’uscita dal blocco dei licenziamenti. L’uscita da questo blocco può provocare uno tsunami sociale” ha sottolineato Sbarra, dal palco in piazza Santa Croce.
“Chiediamo al Governo di attivare una fase di confronto sui contenuti del Pnrr e di coinvolgere in modo strutturale e permanente le parti sociali e i sindacati nella cabina di regia. Vogliamo garanzie e certezze su aumenti dell’occupazione per giovani e donne e che si applichi rigorosamente i contratti collettivi maggiormente rappresentativi e che ci sia un forte investimento sul temi della salute e della sicurezza nei posti di lavoro” ha concluso Sbarra.
“Oggi chiediamo la proroga del blocco dei licenziamenti e che il governo faccia questo atto di attenzione verso il mondo del lavoro, è il momento di unire, non di dividere e non è il momento di ulteriori fratture sociali” queste le parole da Torino del leader della Cgil, Maurizio Landini. “Le riforme e gli investimenti che vanno fatti debbono creare lavoro stabile, basta precarietà e, soprattutto, è importante che tutte le persone che lavorano abbiano gli stessi diritti e le stesse tutele. Non è più accettabile quello che sta succedendo, cioè una competizione tra le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare. Questo dovrebbe preoccupare anche chi fa politica, dovrebbe preoccupare anche il governo, perché c’è bisogno di ricostruire quella fiducia che ancora non c’è. Vediamo cosa risponderanno Parlamento e Governo che sanno perfettamente quali sono le nostre proposte e se vogliono ci sono le condizioni per trovare le soluzioni dopodiché valuteremo con Cisl e Uil cosa fare. Mi auguro che prevalga la responsabilità è l’intelligenza di tutti” ha concluso il leader della Cgil.
“Noi pensiamo che, per quello che riguarda i licenziamenti, sia opportuno prolungare di quattro mesi ancora il blocco, fino ad Ottobre. Ci sono crisi e situazioni che rischiano di esplodere, dobbiamo evitare che questo diventi una bomba sociale a partire dal 1 luglio” ha detto da Bari il segretario generale della Uil, Pier Paolo Bombardieri.
Lavoro stabile e sicuro per i giovani e le donne, il cosiddetto Decreto Sostegni e la fine del blocco generalizzato dei licenziamenti dal 1° Luglio 2021 e adeguate politiche industriali capaci di valorizzare a pieno gli investimenti e i contenuti del PNRR sono stati al centro degli interventi che si sono susseguiti sul palco.
Le tre confederazioni hanno sottolineato gli obiettivi in una nota congiunta "Conquistare la proroga della moratoria sui licenziamenti almeno fino al 31 Ottobre, una riforma degli ammortizzatori sociali e nuove politiche attive per il lavoro. Un piano serio ed efficace che sia in grado di utilizzare le risorse del PNRR al fine di creare una stabile connessione tra investimenti e occupazione, coinvolgendo in maniera significativa con una governance partecipata e preventiva le parti sociali”.
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