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Attualità lunedì 20 ottobre 2014 ore 12:02

Rossi: "Rivoluzione sanità ispirata a Berlinguer"

Il presidente della Regione spiega su Facebook da dove nasce l'idea di tagliare le Asl. Mugnai replica: "E' la proposta di Forza Italia del 2012"



FIRENZE — Ieri, dai microfoni di Sky Tg 24, ha annunciato il taglio da 16 a 3 Aziende Sanitarie Localie l'introduzione di un contributo sulle prestazioni da parte di ceti medio-alti . Oggi, dal suo profilo Facebook, il presidente della Regione Enrico Rossi spiega come è nata quella che lui stesso definisce una "rivoluzione" della sanità toscana.

"Dopo i tagli decisi dal governo, per salvare la sanità pubblica e per tutti, ho proposto una rivoluzione della sanità toscana che prevede di intensificare la lotta agli sprechi, di riorganizzare il servizio in tre aziende sanitarie-ospedaliere-universitarie al posto delle attuali 16, di richiedere un contributo significativo ai ceti medio alti sulle prestazioni sanitarie, di rimettere al centro l' appropriatezza e l'eticità delle cure".

Misure che, spiega il governatore riportandole integralmente sul suo post, si ispirano alle parole pronunciate da Enrico Berlinguer nel 1981 e a suo dire sempre valide: 'Allo stato attuale - disse lo storico segretario del Pci - è insensato che l'assistenza sanitaria sia resa gratuita per tutti gli italiani. Sia resa gratuita e con servizi efficienti per le fasce di reddito inferiori e medio-inferiori . Gli altri contribuiscano in ragione del loro reddito. Ma devono anche essere combattute e liquidate le baronie e le clientele dei pirati della salute, che portano a sprechi enormi e alimentano insopportabili discriminazioni'.

A far da contraltare alle parole di Rossi arrivano però quelle del vicepresidente della commissione sanità del Consiglio Regionale Stefano Mugnai (Fi) secondo cui la stessa proposta era stata "formalizzata dal giugno 2012" da Forza Italia spiegando che da allora "giace in commissione sotto forma di mozione". ''Abbiamo perso colpevolmente quattro anni - afferma Mugnai - E questo ritardo ha fatto consumare a vuoto fior di risorse sia economiche, stante il mantenimento di burocrazie sanitarie elefantiache, sia politiche e di programmazione, con la commissione sanità costretta, ancora in questi giorni, ad esaminare una bozza di piano sociosanitario venusiana, surreale, slegata dalla realtà. Vorrei capire cosa dovremmo farcene, adesso. Ancora una volta, sarà stato del tutto inutile».

Molto critici anche i rappresentanti di Rifondazione comunista.

''La verità, al di là del populismo di facciata. in cui si scomoda persino Enrico Berlinguer, che chiaramente si starà rivoltando nella tomba, è che quello che sta veramente accadendo da qualche anno in questa Regione è il graduale smantellamento del sistema pubblico dei servizi, tra cui quello sanitario, e il progressivo traghettamento di pezzi fondamentali di prestazioni e servizi al privato sociale e non - dichiara la capogruppo di Rifondazione in consiglio regionale Monica Sgherri e la responsabile regionale del partito Daniela Vangieri - Dall'altra parte della riva, in felice attesa, le assicurazioni private. Noi pensiamo che ci sia un unico modo per garantire, dal punto di vista finanziario, il nostro servizio sanitario e la sua universalità ed è quello della fiscalità generale progressiva. Il resto rappresenta solo la mistificazione populista per fare esattamente il contrario: smantellarlo!''.

Critica, sull'ipotesi di riforma, anche la Cisl che col segretario regionale Riccardo Cerza parla di “china che porta a smantellare la sanità pubblica” e chiede che “Rossi non segua i Governatori spendaccioni, ma guidi chi chiede costi standard" procedendo, piuttosto, a "tagliare gli sprechi''.

“Se introdurre un principio di solidarietà può essere giustificato sui ticket per farmaci e diagnostica, l’ospedalità gratuita deve restare un punto fermo - puntualizza Cerza -  Cerchiamo piuttosto di trovare le risorse aggredendo i nodi veri che nessuno finora è riuscito a colpire davvero: evasione fiscale e sprechi, perché l’Italia spende meno di altri paesi, ma spesso spende male. Per questo Rossi sbaglia a unirsi ai piagnistei dei Governatori spendaccioni: si metta piuttosto a capo dei Presidenti che chiedono a Renzi non tagli lineari, ma costi standard, per premiare i virtuosi e penalizzare gli spreconi.” “Apprezziamo invece l’impegno a continuare la spending review sulla macchina, riducendo da 16 a 3 le Asl e arrivando a un unico Estar per gli acquisti. A patto che non ci si fermi agli spot, ma si arrivi, dopo un confronto rapido e concreto con le parti sociali, all’attuazione di quanto annunciato.” “Bisogna poi che Rossi abbia il coraggio di mettere a dieta con più forza una burocrazia regionale ormai insostenibile, smontando quella macchina di consenso politico e resistenze burocratiche costituita dalla dirigenza, che è stata negli anni costruita in Regione. La Toscana, a fronte di 2427 lavoratori non dirigenti ha la bellezza di 168 dirigenti, pari a 1 ogni 14: un rapporto che nessuna azienda privata si sogna di avere. Finora invece ad essere colpiti sono stati soprattutto i lavoratori, se è vero che la sanità toscana, dal 2011 al 2013, ha risparmiato 88 milioni di euro sulla componente lavoro.”


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