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Attualità martedì 16 aprile 2024 ore 17:30

Nanocellulosa, le cozze sentinelle del mare

Una ricerca internazionale alla quale ha lavorato anche l'università di Siena ha valutato l'impatto delle nanofibre di cellulosa sull'ambiente marino



SIENA — Quale impatto hanno le nanofibre di cellulosa sull'ambiente marino? La risposta a questa domanda arriva da una ricerca internazionale del Politecnico di Milano in collaborazione con l’Università di Siena e recentemente pubblicata dalla prestigiosa rivista "Environmental Science Nano" della Royal Society of Chemistry.

Lo studio ha riguardato gli organismi marini considerati sentinelle della qualità del mare, i mitili, meglio conosciuti come cozze.

Il lavoro è stato condotto congiuntamente dai gruppi di ricerca OscmLab, del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica G. Natta del Politecnico di Milano e l' EcoBiomLab, del Dipartimento di Science Fisiche, della Terra e dell’Ambiente dell'Università di Siena in collaborazione con la professoressa Montserrat Solè dell'Instituto de Ciencias del Mar di Barcellona.

In particolare sono state analizzate due tipologie di nanofibre di cellulosa, ossidate e non ossidate, per valutarne l'impatto ecotossicologico sul mitilo mediterraneo e stabilirne la sicurezza per l’ambiente marino.

I risultati, spiegano gli atenei di Siena e Milano, hanno evidenziato come le nanofibre di cellulosa possano interessare la risposta immunitaria del mitilo e alterare la funzionalità delle branchie in seguito ad interazioni di carattere fisico (adesione superficiale). Tuttavia, non sono state osservate tossicità tali da mettere a rischio la sopravvivenza della specie né condizioni di stress capaci di alterare la sua risposta ai cambiamenti ambientali.

La sperimentazione condotta in laboratorio ha permesso anche di escludere possibili cambiamenti del pH e della salinità delle acque marine in seguito al rilascio delle nanofibre mimando scenari espositivi realistici quali quelli associati al loro trasporto con i reflui di depurazione nelle aree marine costiere.

“Questo studio solleva questioni fondamentali sull'interazione tra le nanofibre di cellulosa e la biodiversità marina – dichiara la professoressa Ilaria Corsi del Dipartimento di Science Fisiche, della Terra e dell’Ambiente dell'Università di Siena - stimolando l’esigenza di ulteriori ricerche per una valutazione del rischio ecologico che tenga conto di tempi di esposizione cronici e condizioni di stress multiplo quali quelle che ormai interessano le aree marino-costiere del Mediterraneo”.

“Contemporaneamente – aggiunge il professor Carlo Punta del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “G. Natta” del Politecnico di Milano - apre la porta a un utilizzo responsabile di questo nanomateriale, di interesse crescente per applicazioni sostenibili nei settori cosmetico, cartario, degli imballaggi e delle vernici, così come in edilizia e nell’industria automobilistica.


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