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Attualità lunedì 26 aprile 2021 ore 13:11

Nuovi attacchi di lupi in Val di Cornia

Ad esprimere preoccupazione è il presidente di Cia Livorno Pierpaolo Pasquini che spiega come questo problema si aggiunga a quello degli ungulati



SUVERETO —  “E’ ormai un bollettino di guerra, quello degli attacchi dei predatori agli allevamenti zootecnici anche nella nostra provincia. Uno stillicidio continuo, al quel sembra dobbiamo abituarci, ma non può e non deve essere così”.

Queste le parole di preoccupazione espresse in una nota da  Pierpaolo Pasquini, presidente di Cia Livorno.

E’ di questi ultimi giorni l’attacco ad un gregge di pecore in Comune di Suvereto, con gravi danni per l’attività zootecnica, come si legge nella nota della Cia - Attacco che allunga la fila delle predazioni a carico degli allevamenti ovini, ma anche di animali domestici. I provvedimenti messi in atto dalle Istituzioni per la prevenzione degli attacchi e la tutela degli allevamenti, si sono rivelati spesso inefficaci.

Secondo Cia si tratta di "Inadeguatezza delle coperture assicurative (ci sono franchigie, non vengono riconosciuti i danni indiretti ma solo il danno certificato dal veterinario), - prosegue Pasquini - bandi della Regione con cadenza annuale, quando va bene, dove l’agricoltore deve attendere magari anche oltre 15 mesi prima di vedere riconosciuto almeno parzialmente il danno subito. Sono degli 1989/1990 i primi fenomeni consistenti di predazioni nei confronti degli allevamenti zootecnici, principalmente allevamenti ovini. Se in un primo momento il fenomeno era circoscritto ai territori della Comunità Montana dell’Amiata. Oggi le predazioni riguardano l’intero territorio regionale".

“Contemporaneamente all’evolversi di questa situazione, danni da ungulati e predatori, si è assistito ad una progressiva diminuzione degli allevamenti. - prosegue Pasquini - L’attività economica viene messa fortemente in discussione". 

"Mi domando se è chiaro a tutti, alla Istituzioni ed a coloro che devono prendere le decisioni, che l’allevatore merita il riconoscimento di entità economico-produttiva che contribuisce al mantenimento e salvaguardia dell’ambiente, ultima roccaforte di agricoltura nelle aree marginali e svantaggiate e che produce ricchezza per la collettività”, conclude Pasquini.


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