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Attualità mercoledì 17 settembre 2014 ore 19:50

Buco Asl 1, nessun risarcimento dalla Deloitte

Enirco Rossi - dichiarazione dopo l'assoluzione di Delvino - 21 febbraio 2014

Respinta la richiesta danni per 95 milioni di euro avanzata dal governatore Rossi contro la società che certificò il bilancio 2008 della Asl massese



MILANO — La decisione del Tribunale di Milano è del 16 Luglio scoso.

La vicenda è iniziata nel 2010 quando il governatore Enrico Rossi, partendo dalla contestazione di un credito di 60 milioni di euro avanzato dalla Asl di Massa nei confronti della Regione, scoprì e poi denunciò all'autorità giudiziaria un buco da centinaia di milioni di euro nei bilanci dell'azienda sanitaria di Massa (circa 400, maturati a partire dal 2005).

Pochi mesi dopo Rossi diffidò per conto della Regione sia i dirigenti della Asl arrestati nell'inchiesta che la Deloitte, la società che aveva certificato il bilancio del 2008, presentando richieste di risarcimento danni per una cifra complessiva che superava i 300 milioni di euro.

Nel dicembre del 2012 anche Rossi fu raggiunto da un avviso di garanzia per falso ideologico, di cui ancora non si conoscono gli esiti. Indagati con lui anche un'altra dirigente e un consulente. Il 10 settembre scorso Rossi ha comunque dichiarato di essere pronto a ricandidarsi per un secondo mandato anche se venisse rinviato a giudizio per la vicenda del buco della Asl di Massa.

Per quanto riguarda invece i dirigenti della Asl, l'ex direttore amministrativo Ermanno Giannetti è stato condannato per peculato a 5 anni e 6 mesi di reclusione mentre l'ex direttore generale Antonio Delvino è stato assolto dall'accusa di falso in atto pubblico (vedi qui sopra la dichiarazione in video rilasciata da Rossi il giorno dell'assoluzione). Per l'altro ex direttore generale Alessandro Scarafuggi lo stesso reato è caduto in prescrizione.

A queste sentenze si aggiunge  ora quella con cui il Tribunale di Milano ha respinto la richiesta di risarcimento per danni presentata da Rossi  e dalla Asl 1 contro la Deloitte rilevando che ''il bilancio d'esercizio 2008  è stato esaminato, controllato e approvato prima e a prescindere dalle attività di revisione volontaria svolte dalla Deloitte''. 

La Regione Toscana e la Asl 1 sono state così condannate a pagare 34.200 euro di spese processuali (piu' Iva e  spese generali equivalenti al 15%).

Nella sentenza si legge anche che ''i danni patrimoniali e non patrimoniali che la Regione e la Asl asseriscono di aver subito a causa dell'inadempimento e del ritardo nell'adempimento delle obbligazioni gravanti sulla Deloitte si sono verificati indipendentemente e senza alcun collegamento con le azioni e le omissioni della Deloitte. Il bilancio è stato esaminato dal Collegio sindacale (organo deputato al controllo legale dei conti) ed approvato dalla Regione (che ha quindi implicitamente riconosciuto anche la posta relativa ai 60 milioni di euro poi risultata frutto di un falso) senza attendere, nè richiedre, la relazione della società di revisione''.

Alla luce della sentenza del Tribunale di Milano, durissimo l'intervento dei consiglieri regionali di Forza Italia  Stefano Mugnai (vicepresidente della commissione sanità del consiglio regionale) e Jacopo Ferri.

''Anche il tribunale civile di Milano ha con chiarezza evidenziato nella propria sentenza che la Regione debba in primo luogo guardare in casa propria nell’attribuire responsabilità in merito al mega buco Asl - dichiarano Ferri e Mugnai - Il quadro della vicenda tracciato a suo tempo dalla relazione di minoranza della commissione d’Inchiesta regionale trova un’ulteriore, autorevole, conferma, dopo quelle, pesantissime, già avute attraverso le pronunce del tribunale del riesame di Genova e del tribunale di Massa ad esito dei procedimenti risoltisi a favore dell’ex direttore generale Delvino, che invece la Regione aveva individuato, proprio insieme a Deloitte, quali principali colpevoli del mega buco''.

''Nonostante tutto questo, nessuna traccia del mea culpa di Rossi (assessore alla sanità per 10 anni e poi presidente della Regione) - proseguono i due consiglieri azzurri - Anzi, si è assistito ad una pervicace azione della Regione, volutamente strabica, che ha del tutto escluso personaggi che hanno avuto ruoli di primissimo piano in quella vicenda: lo stesso Rossi, il responsabile scientifico Niccolò Persiani e la dirigente Carla Donati, rispetto ai quali non risultano essere state avanzate azioni idonee''.

''Crediamo che questo ulteriore passo verso la verità in merito al buco dell’Asl di Massa Carrara dimostri una volta di più le gravi responsabilità politiche del presidente Rossi rispetto a questa pagina nerissima della sanità toscana'' concludono Ferri e Mugnai.


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